Mosca, 29 agosto 2025 – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riaffermato oggi la disponibilità del presidente russo Vladimir Putin a un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando però la necessità di una preparazione approfondita prima di un eventuale vertice. L’agenzia Tass ha riportato le dichiarazioni di Peskov, che ha risposto alle affermazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz, il quale aveva escluso la possibilità di un faccia a faccia tra i due leader.
Cremlino, condizioni per un incontro Putin-Zelensky
Secondo Peskov, Putin non esclude la possibilità di un incontro con Zelensky, ma ha precisato che “qualsiasi incontro al massimo livello deve essere ben preparato per poter finalizzare adeguatamente le elaborazioni preliminari a livello di esperti”. Il portavoce ha inoltre evidenziato che attualmente non si registra un’attività vivace nel lavoro degli esperti incaricati di queste elaborazioni, ma ha confermato che la Russia mantiene interesse e disponibilità a negoziati.
Le dichiarazioni arrivano in un contesto di tensione continua, mentre il conflitto tra Russia e Ucraina si avvicina al suo quarto anno e la comunità internazionale continua a sollecitare soluzioni diplomatiche. Recentemente, l’Unione Europea ha rafforzato il proprio sostegno a Kiev, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha annunciato un’accelerazione nell’invio di armi e munizioni all’Ucraina, sottolineando l’importanza di una pace duratura per la stabilità del continente.
Le prospettive di pace e i negoziati in corso
Parallelamente, a livello internazionale si registrano segnali di ripresa del dialogo tra Mosca e Washington, dopo il recente vertice tra Vladimir Putin e Donald Trump in Alaska, definito “costruttivo” da entrambe le parti. Trump ha annunciato “grandi progressi” e la volontà di partecipare a un eventuale incontro trilaterale che coinvolga anche Zelensky.
Il presidente ucraino, dal canto suo, ha manifestato una posizione pragmatica, dichiarandosi disposto a un passo indietro personale per favorire un accordo di pace, anche ipotizzando di lasciare la presidenza in cambio di garanzie di sicurezza realistiche, eventualmente fornite dagli Stati Uniti, in assenza di un’immediata adesione dell’Ucraina alla NATO.
Nel frattempo, il conflitto continua a provocare gravi conseguenze civili e militari, con l’Onu che denuncia un aumento delle esecuzioni in Iran e l’Ucraina che affronta attacchi missilistici intensi, in particolare nelle regioni del Donbass e di Leopoli. Il dialogo diplomatico resta quindi fondamentale per evitare un’escalation ulteriore e cercare una soluzione negoziata.






