L’Aia, 22 ottobre 2025 – La Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) ha emesso oggi un pronunciamento fondamentale riguardante le accuse di Israele nei confronti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA). Secondo quanto dichiarato dal presidente della Corte, Yuji Iwasawa, lo Stato di Israele non ha fornito prove sufficienti a dimostrare che una parte significativa del personale dell’UNRWA sia composto da membri di Hamas o di altre organizzazioni terroristiche, come aveva sostenuto in seguito all’attacco del 7 ottobre 2023.
La posizione della Corte Internazionale di Giustizia
La Corte, la più alta istanza giudiziaria delle Nazioni Unite con sede all’Aia, ha sottolineato che Israele, in qualità di potenza occupante, ha l’obbligo di garantire i bisogni primari della popolazione locale, inclusi i beni essenziali per la sopravvivenza. In particolare, si è evidenziato come lo Stato ebraico debba facilitare i programmi di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza, compresi quelli gestiti dall’UNRWA. Questa pronuncia si inserisce nel contesto della guerra Israele-Hamas iniziata con l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha innescato un conflitto armato ancora in corso.
Israele aveva precedentemente vietato all’UNRWA di operare sul proprio territorio, motivando tale decisione con l’accusa di coinvolgimento di alcuni dipendenti dell’agenzia nelle attività terroristiche di Hamas. Tuttavia, la Corte ha rigettato tali affermazioni per mancanza di prove concrete.
Il ruolo imprescindibile dell’UNRWA e il contesto umanitario
L’UNRWA, che fornisce assistenza a oltre due milioni di rifugiati palestinesi, rappresenta un attore insostituibile nella gestione della crisi umanitaria a Gaza. Come ricordato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, l’agenzia possiede una capacità e una struttura uniche, difficilmente sostituibili nel breve termine. Nonostante ciò, molti Paesi occidentali, inclusa l’Italia, hanno sospeso i finanziamenti all’UNRWA a seguito delle accuse israeliane.
L’Italia, storicamente uno dei principali donatori dell’agenzia, ha interrotto i finanziamenti dopo l’attacco di Hamas, seguendo la linea adottata da altri alleati europei e americani. Attualmente, secondo i dati ufficiali, l’Italia non figura tra i principali finanziatori per il 2025, mentre Stati Uniti, Germania e Unione Europea continuano a sostenere l’agenzia. Nel frattempo, le operazioni belliche e i bombardamenti israeliani hanno causato la perdita di oltre cento volontari e dipendenti UNRWA, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria.
La Corte di giustizia ha quindi ribadito che, pur riconoscendo il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione, tale diritto non può tradursi in una punizione collettiva della popolazione civile palestinese, né nella sospensione indiscriminata degli aiuti umanitari essenziali. Questo pronunciamento rappresenta un invito a rispettare i limiti imposti dal diritto internazionale e a garantire la continuità dell’assistenza umanitaria nella regione.
Israele respinge la decisione dell’Aja: “È una vergogna, non accetteremo imposizioni politiche”
L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha duramente criticato il parere consultivo emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia sul blocco degli aiuti umanitari diretti a Gaza, definendolo “vergognoso”.
Secondo Danon, il pronunciamento dell’Aja rappresenterebbe un’inaccettabile interferenza politica nei confronti dello Stato ebraico: “Ci accusano di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite, ma dovrebbero guardare a se stessi. Quegli organismi sono ormai diventati focolai di terroristi”, ha dichiarato.
L’ambasciatore ha poi puntato il dito contro l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, accusandola di aver sostenuto Hamas per anni. “Non ci faremo imporre misure politiche”, ha ribadito Danon da Washington, sottolineando che Israele respinge con forza ogni tentativo di condizionare le proprie decisioni in materia di sicurezza nazionale.
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