Tensione in Cisgiordania dove le forze di sicurezza israeliane hanno avviato l’evacuazione e la demolizione dell’avamposto illegale di Tzur Misgavi, situato nella regione di Gush Etzion. La misura ha scatenato una violenta rivolta dei coloni, che ha provocato feriti tra gli agenti e numerosi arresti.
Cisgiordania: scontri durante lo sgombero a Tzur Misgavi
Le operazioni di sgombero, eseguite da polizia e forze dell’IDF (Israel Defense Forces), si sono trasformate in una vera e propria rivolta. Secondo il Times of Israel, centinaia di coloni si sono opposti con veemenza, con decine di persone che si sono barricati nell’insediamento, attaccando le forze di sicurezza con lancio di pietre, barre di ferro, e incendiando pneumatici e veicoli. Sei persone sono state fermate durante gli scontri. Diverse le ferite registrate tra gli agenti intervenuti.
Parallelamente, violenze si sono propagate anche nel vicino villaggio di Jaba’a, alla periferia di Betlemme, dove sono stati incendiati veicoli e abitazioni.
La protesta dei coloni e il contesto politico
L’insediamento di Tzur Misgavi, che ospita circa 25 famiglie, era stato costruito senza alcun riconoscimento legale da parte delle autorità israeliane. La decisione di demolirlo è stata motivata da gravi episodi di criminalità e violenza nell’area, come indicato dal capo del Comando Centrale dell’IDF, maggiore generale Avi Bluth.
Il movimento di coloni Nachala, promotore di nuovi avamposti in Cisgiordania e del reinsediamento nella Striscia di Gaza, ha duramente criticato la mossa del governo, definendola un atto “inaccettabile, antisionista e pericoloso” che mina la presenza ebraica nella Terra d’Israele. Daniela Weiss, leader ultraortodossa di estrema destra e fondatrice di Nachala, ha lanciato un appello per mobilitare attivisti a difesa delle abitazioni minacciate di demolizione.
L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e la popolazione palestinese, con una lunga storia di insediamenti contestati, conflitti territoriali e resistenza palestinese. Israele continua a mantenere il controllo sulla Cisgiordania, dove vivono circa 750.000 coloni israeliani distribuiti in oltre 200 insediamenti, molti dei quali considerati illegali dalla comunità internazionale.
Le autorità israeliane giustificano l’intervento a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, mentre i coloni vedono le demolizioni come un attacco diretto alla loro presenza e ai loro diritti nella regione. Il clima rimane quindi altamente volatile, con il rischio di ulteriori scontri e ripercussioni sul già fragile equilibrio della regione.






