Le autorità israeliane hanno approvato un nuovo piano di colonizzazione di Israele in Cisgiordania, con la confisca di 35 dunum di terra dal villaggio palestinese di Kafr Qaddum, a est di Qalqilia. La notizia è stata diffusa dall’agenzia palestinese Wafa e confermata da fonti locali impegnate nel monitoraggio degli insediamenti.
Israele: nuovo piano coloniale a Kafr Qaddum, in Cisgiordania
Secondo Muneef Nazzal, attivista che segue da vicino le attività di insediamento nel governatorato di Qalqilia, il piano pubblicato sui media ebraici prevede la confisca di 35,31 dunum di terra a nord del villaggio. La finalità è la costruzione di 58 nuove unità abitative per l’espansione dell’insediamento di Mitzpe Yishai, già sorto su terreni appartenenti agli abitanti di Kafr Qaddum.
Il villaggio è da anni bersaglio dell’espansione israeliana e le proteste settimanali degli abitanti contro la confisca delle terre e la chiusura della strada principale sono diventate una costante. Dal 2003, infatti, la strada è bloccata dalle forze israeliane per agevolare l’accesso agli insediamenti nella zona, causando isolamento e difficoltà per oltre 4.000 persone.
Espansione degli insediamenti e reazioni internazionali
Parallelamente a questo specifico caso, il gabinetto di sicurezza israeliano ha autorizzato la creazione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania. La decisione è stata promossa dal ministro della Difesa Israel Katz e dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. L’obiettivo è rafforzare la presenza israeliana lungo la Route 443, strada strategica che collega Gerusalemme e Tel Aviv attraversando la Cisgiordania.
La mossa è stata definita da Israel Ganz, presidente del Consiglio di Yesha, come la decisione “più importante dal 1967”. Tuttavia, il piano ha suscitato dure critiche a livello internazionale. L’Unione Europea ha condannato la costruzione di nuovi insediamenti definendola “illegale” e contraria al diritto internazionale, con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che ha parlato di “decisione inaccettabile” e ha esortato Israele a collaborare con l’Autorità Nazionale Palestinese per rafforzare la stabilità regionale.
La situazione a Kafr Qaddum riflette un più ampio contesto di espropriazione dei terreni e repressione delle proteste palestinesi, con frequenti arresti, anche di minori, e attacchi da parte di coloni. La resistenza nonviolenta degli abitanti, che da anni chiedono la riapertura della strada principale e il riconoscimento delle loro terre, continua a essere duramente contrastata dall’esercito israeliano.






