Quando Hyperloop One ha chiuso le sue operazioni nel dicembre 2023, molti esperti e appassionati del settore hanno decretato la fine di un sogno. L’idea di treni che viaggiano in capsule pressurizzate a velocità superiori ai 1.100 km/h tra città distanti centinaia di chilometri sembrava destinata a rimanere un progetto irrealizzabile. Tuttavia, a quasi due anni dalla chiusura di Hyperloop One, il concetto di trasporto ultraveloce continua a vivere grazie a iniziative in Europa, Asia e Stati Uniti.
Le radici storiche di Hyperloop
L’idea di muoversi a velocità paragonabili a quelle degli aerei senza lasciare il suolo affascina gli ingegneri da oltre un secolo. Nel XIX secolo, Alfred Beach progettò a New York un sistema di capsule pneumatiche in grado di viaggiare sotto Broadway, anticipando di secoli il concetto di hyperloop. Nel corso dei decenni, scienziati e inventori hanno sperimentato soluzioni come monorotaie a getto, levitazione magnetica, tubi a vuoto e correnti d’aria per raggiungere velocità impensabili per i treni tradizionali. Nonostante l’entusiasmo, nessuna di queste tecnologie ha finora sostituito i tradizionali binari in acciaio, che restano il mezzo più efficiente per trasporto di massa.
La rinascita di un’idea moderna
Nel 2013, Elon Musk ha rilanciato il concetto di hyperloop, combinando levitazione magnetica e tubi a bassa pressione per ridurre attrito e turbolenza. L’idea era semplice ma rivoluzionaria: collegare New York a Washington in soli 30 minuti con capsule autonome e silenziose, consumando meno energia dei treni ad alta velocità e dei maglev tradizionali.
L’ascesa e il declino di Hyperloop One
Hyperloop One è stata la principale azienda a sviluppare la tecnologia, ricevendo investimenti milionari, tra cui quelli del Virgin Group di Richard Branson. Nel 2017, l’azienda si è rinominata Virgin Hyperloop e ha annunciato l’ingresso di Branson nel consiglio di amministrazione, raccogliendo oltre 400 milioni di dollari. Nonostante ciò, il progetto non ha mai raggiunto la sostenibilità economica, portando alla riduzione delle operazioni e alla focalizzazione sul trasporto merci automatizzato, fino alla chiusura definitiva.

Nel frattempo, Musk ha annunciato che la sua Boring Company avrebbe tentato di realizzare un hyperloop operativo, ma finora si è concentrata su altre iniziative, come il Las Vegas Loop, un sistema di tunnel per veicoli autonomi, lasciando la promessa originale in gran parte teorica.
Le perplessità degli esperti su Hyperloop
Molti analisti e ingegneri del settore ferroviario rimangono scettici. Christian Wolmar, esperto di trasporti e autore, sottolinea che le infrastrutture richieste per l’hyperloop sarebbero estremamente costose e complesse da integrare con le reti esistenti. Inoltre, la costruzione potrebbe generare rumori e disagi significativi nelle aree urbane. Anche i costi energetici e le questioni di sicurezza rappresentano ostacoli importanti, mentre la capacità di trasporto delle capsule non può competere con treni ad alta velocità o voli commerciali. Per questo, Wolmar ritiene che la ragione principale dell’uscita di Branson e Musk dal progetto sia la mancanza di sostenibilità economica.
L’Europa come nuovo hub dell’Hyperloop
Nonostante gli insuccessi negli Stati Uniti, in Europa il sogno dell’hyperloop continua a crescere. Diverse aziende, tra cui Hardt Hyperloop con sede a Rotterdam, stanno lavorando allo sviluppo di capsule autonome capaci di trasportare fino a 40 passeggeri su rotte punto-punto. Roel van de Pas, direttore di Hardt Hyperloop, considera il sistema una soluzione sostenibile per sostituire i voli brevi su distanze superiori ai 500 chilometri, complementare ai treni tradizionali e potenzialmente rivoluzionario per i collegamenti interurbani e continentali.
Efficienza e sostenibilità
Van de Pas sottolinea che l’hyperloop è più efficiente del trasporto aereo, con costi operativi e di manutenzione inferiori rispetto ai treni ad alta velocità convenzionali. Essendo un sistema chiuso e autonomo, le capsule non risentono di fattori esterni come condizioni meteorologiche avverse o scioperi. Per questo motivo, molti ritengono che la tecnologia possa diventare una valida alternativa per le lunghe distanze e un supporto alla mobilità urbana e regionale già esistente.
I progetti europei e le linee sperimentali
Il programma Hyperloop Development Program (HDP), sostenuto dall’Unione Europea e da partner privati, mira a inaugurare le prime linee commerciali tra il 2035 e il 2040 e a creare una rete continentale entro il 2050. L’obiettivo è collegare 130 città europee con una rete di oltre 24.000 chilometri, spostando il 66% dei passeggeri dei voli brevi verso l’hyperloop e riducendo le emissioni di CO₂ di decine di milioni di tonnellate. Il progetto prevede centri di snodo a Londra, Berlino, Madrid, Belgrado, Sofia e Atene, con linee dedicate all’Iberia, ai Paesi Baltici, alla Scandinavia, ai Balcani e all’Europa centrale e orientale.
Innovazioni tecnologiche in corso
Hardt Hyperloop ha annunciato progressi significativi nello sviluppo dei sistemi di “track switching”, che permettono alle capsule di passare facilmente da un tubo all’altro, superando uno dei principali limiti tecnici della tecnologia. Inoltre, i test recenti hanno aumentato la spinta dei veicoli del 50% e ridotto il peso dei carrelli del 45%, permettendo un’accelerazione rapida da fermo. Questi risultati dimostrano che la tecnologia è scalabile e pronta per essere sperimentata su percorsi più lunghi e integrati.
Altri Paesi in pista
Oltre all’Europa, anche l’Italia sta investendo nell’hyperloop con una linea dimostrativa tra Venezia e Padova, prevista entro il 2029 e costata circa 800 milioni di euro. Germania, Spagna, India e Cina stanno esplorando percorsi sperimentali per testare la fattibilità della tecnologia su scala locale, confermando l’interesse globale per i trasporti ultraveloce.
Il supporto dell’Unione Europea
Il progetto europeo ha ricevuto sostegno ai massimi livelli. Nel 2024, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha chiesto al nuovo commissario per i trasporti sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, di proporre una strategia per lo sviluppo dell’hyperloop, definendo un cronoprogramma e un piano di investimenti. L’UE considera questa tecnologia strategica, con potenziali benefici economici e maggiore autonomia dall’industria dei trasporti di Stati Uniti e Cina.
Maglev: il fratello già funzionante
Parallelamente all’hyperloop, la levitazione magnetica (maglev) sta già rivoluzionando il trasporto in Asia. In Giappone e Cina, treni maglev raggiungono velocità fino a 600 km/h, utilizzando magneti superconduttori per ridurre attrito e garantire precisione nella guida. Il treno sperimentale giapponese L0 detiene il record mondiale per un treno passeggeri a 603 km/h e, in futuro, collegherà Tokyo, Nagoya e Osaka riducendo i tempi di percorrenza della metà.
Il futuro dei trasporti ultraveloce
Il maglev e l’hyperloop rappresentano due approcci complementari al trasporto ultraveloce: il primo già consolidato e operativo, il secondo ancora in fase di sviluppo ma con enormi potenzialità. Se l’Europa continuerà a investire nell’hyperloop e Asia completerà le linee maglev nei prossimi vent’anni, viaggiare a velocità da aereo senza lasciare il suolo potrebbe diventare una realtà quotidiana per milioni di passeggeri in tutto il mondo.
Oltre la fantasia
Nonostante le sfide tecniche, economiche e logistiche, il sogno dell’hyperloop non è morto. La tecnologia si sta evolvendo, le sperimentazioni avanzano e il supporto politico e industriale cresce. Con test più lunghi, sistemi integrati e infrastrutture dedicate, il trasporto ultraveloce potrebbe davvero trasformare la mobilità intercontinentale, rendendo il viaggio tra città lontane più rapido, efficiente e sostenibile.






