Città del Vaticano, 22 settembre 2025 – La sofferenza nella Striscia di Gaza continua a rappresentare una delle emergenze umanitarie più drammatiche e ingiustificate del nostro tempo. Nel corso dell’apertura dei lavori del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, ha espresso un forte appello per la pace e il cessate il fuoco nel conflitto che coinvolge la regione.
La CEI su Gaza: “Cessate il fuoco urgente”
Il cardinale Zuppi ha ricordato le parole di papa Francesco: “La guerra è un fallimento“. Ha sottolineato come a Gaza si stia vivendo una situazione estremamente critica: mentre gli ostaggi israeliani sono ancora prigionieri in condizioni disumane, l’intera popolazione civile è sottoposta a bombardamenti continui e costretta a un esodo incessante. La popolazione di Gaza vive nella paura costante, affamata e senza protezione.
Riferendosi anche al recente appello di papa Leone XIV sul popolo gazawi che “continua a vivere nella paura”, la Chiesa italiana si fa portavoce di una richiesta urgente per il cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi. Il cardinale ha ribadito l’impegno della CEI nel continuare ad alleviare la crisi umanitaria con ogni mezzo possibile.
Contesto attuale ed implicazioni internazionali
La Striscia di Gaza conta circa 590 mila abitanti ed è da anni teatro di tensioni politiche e militari che hanno gravemente compromesso le condizioni economiche e sociali locali. Le continue operazioni militari israeliane hanno provocato gravi danni alla popolazione civile palestinese, aggravando ulteriormente una situazione già precaria sotto molti aspetti.
Secondo analisi recenti riportate da esperti come Marco Zacchera, nonostante le ripetute richieste internazionali per fermare i combattimenti, manca ancora una seria volontà politica globale capace di imporre misure efficaci contro l’escalation bellica in atto. La comunità internazionale viene sollecitata ad adottare iniziative concrete affinché cessino immediatamente le violenze.
In questo quadro complesso emerge con forza la voce autorevole della Chiesa italiana che invita tutti gli attori coinvolti al dialogo pacifico e alla tutela dei diritti fondamentali delle persone colpite dal conflitto.






