Il Cremlino ha confermato di aver avviato contatti con la Francia riguardo alla situazione del ricercatore francese Laurent Vinatier, attualmente detenuto in Russia con l’accusa di spionaggio. A dichiararlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che ha annunciato come sia stata fatta un’offerta formale alla Francia in merito al caso Vinatier, senza però fornire ulteriori dettagli. “La palla è ora nel campo della Francia”, ha aggiunto Peskov, sottolineando che il dialogo tra le due parti è in corso.
Il caso Laurent Vinatier: accuse e contesto
Laurent Vinatier, ricercatore francese di 48 anni, lavora per un’organizzazione non governativa con sede a Ginevra, specializzata in diplomazia parallela e prevenzione dei conflitti nell’area post-sovietica. Arrestato a giugno, Vinatier è stato condannato a tre anni di reclusione per non essersi registrato come “agente straniero”, secondo la legge russa che impone obblighi stringenti alle persone sospettate di attività legate a stati esteri. Vinatier ha ammesso l’errore, definendolo “per ignoranza”, ma è anche accusato di aver raccolto informazioni sull’esercito russo, attività che avrebbe potuto configurare il reato di spionaggio, con una pena massima prevista fino a 20 anni.
Il ricercatore ha sempre negato le accuse di spionaggio, sottolineando il suo legame personale con la Russia, dove ha vissuto e lavorato per anni. La Francia ha più volte chiesto la sua liberazione immediata, definendo la sua detenzione “arbitraria” e criticando la legge sugli agenti stranieri come uno strumento repressivo che limita le libertà fondamentali.
Il contesto diplomatico e lo scambio di prigionieri
Il caso di Vinatier si inserisce in un quadro diplomatico più ampio, caratterizzato da recenti scambi di prigionieri tra Russia e Occidente. Tra questi, spicca il rilascio di cittadini occidentali in cambio di prigionieri russi condannati all’estero, come il caso del sicario Vadim Krasikov. La Russia ha mostrato disponibilità a negoziare, come confermato da Peskov, ma resta in attesa di una risposta formale da parte francese.
Parallelamente, proseguono le tensioni legate al conflitto in Ucraina e alle questioni finanziarie legate agli asset russi congelati, con la Francia che mantiene una posizione cauta nei negoziati europei per l’utilizzo dei fondi russi congelati come garanzia per aiuti a Kiev. Questo contesto complesso riflette le difficoltà nelle relazioni tra Mosca e Parigi, che si intrecciano anche con la sorte di Vinatier e altri detenuti stranieri in Russia.






