Budapest, 12 dicembre 2025 – La polizia di Budapest ha ufficialmente chiuso l’indagine a carico del sindaco della capitale ungherese, Gergely Karácsony, che rischia ora un rinvio a giudizio per aver organizzato il Pride di giugno scorso, nonostante il divieto imposto dal governo di Viktor Orbán. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino attraverso un post su Facebook, segnalando che la Procura è stata invitata a procedere con l’azione giudiziaria.
L’indagine e le accuse
La vicenda nasce dalla manifestazione del 28 giugno, che ha visto sfilare oltre 300 mila persone a Budapest in quella che è stata la più grande edizione del Pride mai registrata in Ungheria. Un evento che si è svolto in risposta al divieto governativo e che Karácsony ha organizzato ufficialmente come evento della città, aggirando così il veto. La polizia ha contestato al sindaco la violazione della legge sulla protezione dei minori, normativa utilizzata dal governo come pretesto per vietare la marcia.
Il sindaco, esponente del partito progressista Dialogo per l’Ungheria e in carica dal 2019, ha dichiarato di essere pronto a presentarsi in tribunale con fierezza qualora la Procura dovesse procedere al rinvio a giudizio, rischiando fino a un anno di reclusione. Karácsony ha definito l’azione giudiziaria come un tentativo del regime di Orbán di soffocare ogni forma di libertà, sottolineando il ruolo simbolico che la capitale gioca come “casa di ogni genere di persone”.
Karácsony, simbolo di opposizione e progressismo
Nato nel 1975, politologo di formazione, Gergely Karácsony ha acquisito fama internazionale non solo per il suo impegno in difesa dei diritti LGBTQ+, ma anche per le sue posizioni critiche verso l’euroscetticismo e le politiche autoritarie del premier Orbán. Nel 2021, ad esempio, ha rinominato alcune vie di Budapest in segno di protesta contro l’influenza cinese, dimostrando un profilo politico incentrato sulla difesa dei valori democratici e dei diritti civili.
Karácsony rappresenta oggi uno dei volti più visibili e simbolici dell’opposizione ungherese, animando una città che si è posta come baluardo di pluralismo e tolleranza in un contesto politico segnato da forti tensioni. L’organizzazione del Pride, nonostante le minacce e i divieti, ne è un esempio emblematico.






