Mosca, 17 ottobre 2025 – Da quando il regime di Bashar al-Assad è crollato all’inizio di dicembre 2024, l’ex presidente siriano vive sotto stretta riservatezza nella capitale russa, protetto dal Cremlino e lontano dai riflettori internazionali. Le informazioni sulla sua nuova vita a Mosca sono rare e frammentarie, ma un’inchiesta approfondita del settimanale tedesco Die Zeit ha fatto luce su alcuni dettagli finora sconosciuti.
Il trasferimento a Mosca e l’esilio dorato
Secondo le fonti raccolte da Die Zeit, Assad si è rifugiato in un lussuoso grattacielo nel quartiere finanziario di Moscow City, uno dei complessi più moderni e prestigiosi della città. La famiglia possiede circa venti appartamenti di alto livello, acquistati fin dal 2013 tramite una rete di società finanziarie complesse che hanno favorito la movimentazione di denaro tra Siria e Russia per oltre un decennio. Oltre agli appartamenti, la famiglia Assad dispone anche di una villa in una località segreta nei dintorni della capitale russa.
Un ex collaboratore anonimo, indicato come H., ha riferito che l’ex presidente siriano gode di una certa libertà di movimento all’interno di Mosca, sempre scortato da guardie del corpo dei servizi segreti russi. Assad trascorre la maggior parte del tempo nei suoi appartamenti, impegnato principalmente a giocare a videogiochi online, mentre in alcuni periodi si rifugia nella villa fuori città.
Vita privata e condizioni di salute della famiglia Assad
Ad accompagnare Bashar al Assad a Mosca ci sono la moglie, Asma Fawaz al Akhras, e i loro tre figli: Hafis, Zein e Karim. Asma è in cura per una leucemia diagnosticata nella primavera del 2024, una malattia che segue un precedente tumore al seno risalente al 2018. Il fratello minore di Bashar, Maher, si troverebbe in un hotel di lusso a Mosca, precisamente al Four Seasons.
Il figlio maggiore, Hafis, ha completato a Mosca una tesi di dottorato in matematica presso la Moscow State University pochi giorni prima della caduta del regime. Un video diffuso da Hafis a febbraio, poi rimosso, mostrava la famiglia Assad fornendo una versione della fuga da Damasco, che però è stata contestata da successive inchieste giornalistiche.
Il ruolo di Vladimir Putin nel sostegno ad Assad
Vladimir Putin ha garantito la protezione all’ex dittatore siriano e alla sua famiglia. La Russia ha sostenuto il regime di Assad militarmente e diplomaticamente fin dal 2015, consentendogli di mantenere il potere per quasi un altro decennio. L’inaspettato crollo del regime nel dicembre 2024 ha costretto Putin a facilitare la fuga di Assad, imponendo però una condizione ferrea: mantenere un profilo estremamente riservato, evitando qualsiasi esposizione pubblica.
Le fonti di Die Zeit stimano che in Russia siano presenti circa 1.200 ex esponenti o funzionari del regime siriano, per lo più appartenenti alla minoranza alawita, la stessa di Assad. Coloro che dispongono di risorse economiche vivrebbero a Mosca, mentre altri sono stati trasferiti in Siberia.
Un regime finito e un uomo nascosto
Bashar al-Assad ha guidato la Siria dal 2000, succedendo al padre Hafez al-Assad, e per oltre vent’anni ha diretto un regime accusato di numerosi crimini di guerra, inclusi attacchi con armi chimiche. La sua presidenza è stata segnata da repressioni sanguinose, culminate nella devastante guerra civile siriana.
Le tensioni geopolitiche che hanno coinvolto Russia, Stati Uniti, Unione Europea e nazioni arabe hanno ulteriormente complicato la sua posizione. Al momento, la sua permanenza a Mosca appare garantita dal presidente Putin, che continua a gestire la delicata eredità di un ex alleato ora caduto in disgrazia, mantenendolo nascosto e protetto in un’esistenza lontana dal potere e dal pubblico.






