Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è detto “molto turbato” dall’attacco israeliano a Doha, esprimendo chiaramente il suo disappunto per le azioni militari intraprese senza un adeguato coordinamento con Washington. Il raid, che rischia di compromettere i già fragili equilibri diplomatici nella regione, ha suscitato una reazione secca da parte del presidente americano.
Trump smentisce il preavviso di Israele sull’attacco a Doha
Intercettato brevemente dalla stampa prima di una cena in un ristorante vicino alla Casa Bianca, Trump ha risposto con un deciso “No”, scuotendo la testa, alla domanda sull’eventuale preavviso ricevuto da Israele riguardo all’operazione militare in Qatar. Il presidente ha inoltre annunciato l’intenzione di rilasciare una “dichiarazione completa” nella giornata di oggi, mercoledì 10 settembre, segnalando così la volontà di prendere una posizione ufficiale e approfondita sulla vicenda.
Il rapporto tra Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu appare così segnato da tensioni legate alle strategie di sicurezza e diplomazia nella regione mediorientale. Nel frattempo, all’interno di Israele, si registra una crescente frattura anche politica, con esponenti della maggioranza governativa che criticano apertamente la gestione della guerra a Gaza da parte di Netanyahu, definendo il piano attuale “fallito” e chiedendo un cambio di strategia più radicale.
Il contesto regionale e le tensioni interne in Israele
L’attacco in Qatar, non coordinato con gli Stati Uniti, rischia di complicare ulteriormente la situazione geopolitica in Medio Oriente, dove le tensioni tra Israele e le fazioni palestinesi, oltre che con altri attori regionali, restano altissime. Il malcontento di Trump riflette una certa insofferenza per le modalità con cui Israele sta conducendo l’attuale conflitto, soprattutto alla luce della necessità, sottolineata da molti osservatori, di una strategia più condivisa e meno unilaterale.
Le divisioni all’interno del governo israeliano, con figure di spicco che manifestano aperto dissenso verso Netanyahu, aggiungono un ulteriore elemento di instabilità politica, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della crisi. La posizione degli Stati Uniti, tradizionale alleato di Israele, appare quindi più prudente e critica, in un momento in cui la diplomazia regionale sembra particolarmente fragile.






