Le tensioni tra Mosca e l’Unione europea si acuiscono a causa delle contestazioni riguardanti gli asset russi congelati. Il Cremlino accusa i Paesi europei di voler nazionalizzare i beni russi, mentre l’UE precisa chiaramente che si tratta di immobilizzazioni di asset sovrani e non di confische di proprietà private.
La posizione della Commissione europea sugli asset russi
Durante il briefing quotidiano con la stampa, il portavoce della Commissione europea Balazs Ujvari ha sottolineato che le notizie su una possibile nazionalizzazione da parte russa degli asset europei sono monitorate attentamente. Tuttavia, ha evidenziato una differenza sostanziale: “Mosca parla di confisca di beni privati, mentre l’Unione europea discute esclusivamente di asset sovrani russi congelati. Non stiamo parlando di una confisca, non è quello che abbiamo in mente”. L’UE è al lavoro su un meccanismo per utilizzare tali beni per finanziare un prestito di riparazione all’Ucraina, da approvare con maggioranza qualificata, evitando così la necessità di unanimità tra gli Stati membri.
La reazione di Mosca e le minacce di ritorsione
Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto con durezza, accusando l’Unione europea di agire “come una gang” per impossessarsi dei capitali russi congelati. Peskov ha descritto una situazione in cui “qualcuno fa da palo, qualcuno ruba, e qualcun altro, come il Belgio, grida: ‘Ragazzi, assumiamoci la responsabilità insieme'”. Ha avvertito che ogni azione illegale di questo tipo non resterà senza risposta e che la Russia farà pagare le conseguenze legali e di altro tipo agli Stati coinvolti.
Il contesto attuale vede inoltre l’Unione europea impegnata a valutare l’ipotesi di utilizzare gli asset russi congelati per sostenere lo sforzo bellico ucraino, con alcune analisi in corso per definire le modalità più opportune, come l’acquisto di eurobond zero coupon garantiti dagli Stati membri.
Il confronto resta acceso in un quadro geopolitico complesso, in cui Mosca continua a denunciare ingerenze e l’UE si muove per consolidare il proprio sostegno a Kiev, anche attraverso iniziative finanziarie che sfruttano i beni congelati della Russia.






