Con una vittoria schiacciante alle elezioni di medio termine, Javier Milei consolida il suo potere politico in Argentina, ottenendo oltre il 40% dei consensi con la sua coalizione La Libertad Avanza. Un risultato che segna un netto distacco dal peronismo progressista, fermo al 24,5%, e che rappresenta un importante banco di prova per il governo ultraliberale di Milei, al potere dal dicembre 2023.
La vittoria di Milei in Argentina e le reazioni internazionali
Il presidente americano Donald Trump ha subito espresso le sue congratulazioni a Milei, definendo la sua affermazione elettorale “schiacciante” e sottolineando come la “fiducia” riposta in lui dal popolo argentino sia stata “giustificata”. Questo messaggio arriva da un alleato politico che condivide con Milei non solo la visione ultraliberale, ma anche un approccio critico verso le istituzioni indipendenti e la stampa libera.
Il presidente argentino ha commentato con enfasi il successo elettorale, affermando che “due argentini su tre non vogliono tornare al passato” e che il voto rappresenta un chiaro rifiuto del modello statale populista che ha dominato il Paese per decenni. Milei ha inoltre evidenziato come la sua coalizione avrà “101 deputati e 20 senatori”, rispetto ai 37 deputati e 6 senatori precedenti, facendo notare che si tratterà del Parlamento “più riformista della storia argentina”.
Il contesto e le sfide del governo Milei
Il 2025 è un anno cruciale per l’Argentina, con le elezioni di medio termine che mettono alla prova la popolarità di un governo che si è insediato promettendo di abbattere la “casta politica” e riportare il Paese a un ruolo di potenza mondiale, come nei primi decenni del Novecento. Milei ha ereditato un’economia in crisi profonda: un’inflazione attorno al 20% mensile, una moneta fortemente svalutata, un deficit pubblico preoccupante e una povertà che colpisce oltre il 40% della popolazione.
L’approccio del presidente è improntato a un taglio drastico della spesa pubblica, alla riduzione dei sussidi e al controllo dell’emissione monetaria, misure che però hanno generato divisioni all’interno del Parlamento e della società argentina. Il governo, pur vantando una maggioranza più ampia, dovrà affrontare la complessità di applicare una manovra economica definita da Milei “a cuore aperto”, con un taglio del 30% della spesa pubblica e una svalutazione significativa del peso.
I segnali politici e sociali indicano una profonda trasformazione della società argentina, con una significativa deriva verso posizioni liberiste e una crescente sfiducia nelle istituzioni tradizionali, soprattutto tra le nuove generazioni. Milei, con il suo stile diretto e spesso controverso, rappresenta questa rottura con il passato e la volontà di un cambiamento radicale.






