Buenos Aires, 24 ottobre 2025 – Il presidente argentino Javier Milei ha ufficialmente chiuso la campagna elettorale in vista delle elezioni legislative di domenica, puntando il dito contro l’opposizione in Parlamento accusata di un “ostruzionismo destituente”. Durante un comizio tenutosi nella città di Rosario, Milei ha richiamato il sostegno popolare rievocando lo spirito che lo ha condotto alla vittoria presidenziale del 2023 e ha avvertito sul rischio di un ritorno del “comunismo castro-chavista” nel Paese.
Milei e le promesse di riforma
Il leader ultraliberista ha invitato gli elettori a non arrendersi e a sostenere un cambio radicale dell’Argentina, promettendo per la seconda parte del suo mandato l’attuazione delle riforme necessarie per il Paese. Nonostante le difficoltà economiche, tra cui uno stancamento generale e forti pressioni svalutative, il presidente può vantare un significativo contenimento dell’inflazione, ridotta dal 200% al 31%. Tuttavia, per far fronte alle tensioni finanziarie, il governo ha dovuto ricorrere all’aiuto del Fondo Monetario Internazionale e del Tesoro statunitense.
La strategia peronista
La coalizione peronista Fuerza Patria (Fp) ha ufficialmente chiuso la campagna elettorale in vista delle elezioni legislative di domenica, puntando invece soprattutto sulla stanchezza dell’elettorato verso la politica economica del presidente Milei. Il messaggio principale emerso dal comizio di chiusura è stato chiaro: “Bisogna frenare Milei, no alla motosega“, slogan emblematico che riflette la contrarietà all’aggressivo programma di riforme liberiste portato avanti dal governo.
L’evento si è svolto simbolicamente nel campus di un’università, scelta che richiama i drastici tagli all’educazione attuati dall’amministrazione ultraliberista di Milei. Cristina Fernández de Kirchner, leader storica del movimento e attuale presidente del Partito Giustizialista, è rimasta assente a causa della condanna definitiva per corruzione che la tiene agli arresti domiciliari. L’assenza della figura più rappresentativa del peronismo sottolinea la difficoltà del movimento nel trovare un nuovo punto di riferimento politico. Sul palco di Fuerza Patria sono intervenuti il governatore della provincia di Buenos Aires, Axel Kicillof, e l’ex ministro dell’Economia, Sergio Massa, ma nessuno dei due sembra in grado di galvanizzare l’elettorato come in passato.
Scenario politico e sostegno internazionale
La tornata elettorale prevede il rinnovo di metà dei seggi della Camera e di un terzo di quelli del Senato. Gli ultimi sondaggi mostrano un equilibrio molto serrato tra il partito di Milei, La Libertà Avanza, con circa il 36% delle preferenze, e la coalizione peronista Fuerza Patria, attestata intorno al 34%. In questo contesto, il Tesoro americano ha annunciato un’operazione straordinaria di sostegno alla valuta argentina, con una linea di swap valutario da 20 miliardi di dollari e l’acquisto diretto di pesos, al fine di rafforzare la moneta nazionale e sostenere la stabilità economica del paese.
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha definito il successo dell’agenda di riforme argentina come di “importanza sistemica”, sottolineando l’intenzione di favorire un’emisfero di libertà economica e prosperità. Milei ha espresso gratitudine per questo sostegno, definendolo un alleato fondamentale per la sua politica liberista. Tuttavia, l’operazione ha incontrato critiche da parte di economisti come Paul Krugman, che l’ha definita un “salvataggio ideologico” a discapito dei contribuenti americani, accusando l’intervento di favorire la speculazione finanziaria a breve termine.
L’esito delle elezioni di domenica sarà dunque un banco di prova cruciale per il futuro politico ed economico dell’Argentina, in un clima di incertezza e pressioni interne ed esterne.






