Prosegue la tensione diplomatica tra Spagna e Israele in seguito alla crisi in Medio Oriente. Oggi, il Ministero degli Esteri spagnolo ha nuovamente convocato l’incaricata d’affari dell’ambasciata israeliana a Madrid, Dana Erlich, per protestare contro le dichiarazioni del ministro israeliano degli Esteri, Gideon Saar, che ha definito il premier spagnolo Pedro Sánchez e il suo governo “antisemiti” e “nemici della verità”. La convocazione arriva in un momento di forte contrapposizione tra i due Paesi, dopo che la Spagna ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina nel maggio 2024.
Le tensioni diplomatiche tra Spagna e Israele
La situazione diplomatica si è aggravata dopo che Sánchez ha chiesto l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive e culturali internazionali, paragonando l’operato di Tel Aviv a quello della Russia in Ucraina. Il presidente spagnolo ha sottolineato che fino a quando durerà la “barbarie” nella Striscia di Gaza, né Israele né la Russia dovrebbero partecipare a eventi internazionali.
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha espresso fermamente il rifiuto delle dichiarazioni di Saar, convocando Dana Erlich per rimarcare la posizione di Madrid. La tensione è ulteriormente aumentata dopo che Israele ha vietato l’ingresso in territorio nazionale a due ministri spagnoli, rispondendo alle sanzioni e all’embargo sulle armi imposti dalla Spagna nei confronti di Tel Aviv.
Il contesto europeo e le reazioni internazionali
Il caso spagnolo si inserisce in un più ampio quadro europeo di crescente pressione verso Israele per la gestione del conflitto nella Striscia di Gaza. Diversi Paesi europei, tra cui Francia, Belgio, Svezia e Regno Unito, hanno adottato misure che vanno dal riconoscimento dello Stato di Palestina a sanzioni mirate contro il governo di Benjamin Netanyahu e le forze militari israeliane. La Spagna, in particolare, ha cancellato accordi militari e promuove una legge per vietare la vendita di materiale bellico che possa essere utilizzato nell’offensiva israeliana.
Le proteste e le mobilitazioni pro-Palestina hanno provocato anche conseguenze nel mondo dello sport e della cultura spagnola, con la cancellazione di eventi come la tappa finale della Vuelta a causa delle manifestazioni a Madrid.
La crisi in Medio Oriente continua a essere al centro dell’attenzione internazionale, con Madrid che conferma la sua linea di condanna verso l’operato militare israeliano e ribadisce la necessità di un intervento diplomatico più incisivo.






