Washington, 29 agosto 2025 – Un giudice federale di New York ha aperto la strada a una causa civile contro l’Arabia Saudita, accusata di aver fornito supporto ai dirottatori degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti per le famiglie delle vittime, che da oltre vent’anni cercano giustizia.
Il giudizio del magistrato George Daniels
Il giudice George Daniels ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dall’Arabia Saudita, sottolineando che i querelanti hanno presentato prove ragionevoli riguardo al coinvolgimento di due cittadini sauditi e del Regno stesso nel supporto ai dirottatori. Nonostante le difese del Regno, che ha sostenuto di essere stato un alleato degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo negli anni ’90 e di aver revocato la cittadinanza a Osama bin Laden, Daniels ha ritenuto insufficienti le prove fornite da Riad per negare le accuse.
Il giudice ha inoltre contestato le affermazioni saudite secondo cui gli incontri tra Omar al-Bayoumi, Fahad al-Thumairy e i dirottatori fossero casuali e che certi elementi, come il disegno di un aereo, non fossero collegati agli attacchi. Tali argomentazioni sono state definite da Daniels come speculazioni non supportate dai fatti e insufficienti a scagionare il Regno.
Contesto legislativo e impatto della sentenza sui fatti dell’11 settembre
In generale, i governi stranieri godono di immunità nelle cause legali negli Stati Uniti, ma nel 2016 il Congresso americano ha approvato una legge che consente alle famiglie delle vittime dell’11 settembre di citare in giudizio l’Arabia Saudita. La sentenza di Daniels rappresenta il passo più significativo nella lunga battaglia legale delle famiglie, dei sopravvissuti e dei soccorritori degli attacchi, ha dichiarato il gruppo 9/11 Justice, che rappresenta queste persone.
L’apertura di questa causa civile contro il Regno saudita avrà probabilmente rilevanti conseguenze diplomatiche e legali, considerando l’importanza strategica e politica dell’Arabia Saudita a livello internazionale. La decisione del giudice riflette la volontà di portare avanti un processo trasparente per accertare le responsabilità legate a uno degli eventi più drammatici della storia recente.






