Roma, 27 ottobre 2025 – Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha avanzato una proposta significativa in merito al finanziamento del Piano Casa, sottolineando la necessità di un contributo diretto da parte del sistema bancario. La misura, attualmente scoperta per il 2026, richiede un intervento condiviso per garantire l’attuazione di uno dei programmi sociali più rilevanti per il Paese.
Salvini: “Le banche devono coprire il piano casa scoperto nel 2026”

Durante una recente dichiarazione, il vicepremier ha affermato che chiederà ufficialmente che una parte dei fondi necessari al Piano Casa, attualmente scoperti per il 2026, venga coperta “con gioia e entusiasmo da parte di un sistema” rappresentato dalle banche, che negli ultimi anni ha registrato margini economici molto elevati. Salvini ha sottolineato che non si tratta di un accanimento, ma di una semplice lettura dei bilanci bancari: negli ultimi tre anni, infatti, gli istituti di credito hanno accumulato utili per 112 miliardi di euro, spesso con investimenti garantiti dallo Stato.
Il ministro ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma da un principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato, in un contesto economico che impone responsabilità condivisa. Secondo Salvini, le banche – dopo anni di margini record – sono chiamate a contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, tra cui il Piano Casa, definito “una priorità nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso”. Ha inoltre chiesto un “contributo di buonsenso e solidarietà” dal sistema bancario, specificando che l’obiettivo è costruire un modello di sviluppo che favorisca la coesione sociale, senza penalizzazioni ma con spirito collaborativo. Infine, ha ribadito che non si tratta di una tassa occulta, bensì di una proposta di partecipazione alla crescita del Paese.
Il Piano Casa: una priorità per l’edilizia sociale e l’inclusione abitativa
Il Piano Casa è un’iniziativa nazionale che mira a incrementare il patrimonio immobiliare destinato all’edilizia residenziale sociale, favorendo l’accesso all’abitazione alle categorie più svantaggiate. Introdotto nel 2008 con il decreto-legge 112, esso prevede un mix di interventi pubblici e privati per la costruzione e il recupero di alloggi, con particolare attenzione all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale.
Negli anni, il Piano si è articolato in diverse linee di intervento, tra cui la costituzione di fondi immobiliari integrati, il finanziamento di programmi di edilizia sociale e il supporto a cooperative edilizie. La gestione dei fondi ha coinvolto anche soggetti privati e gruppi bancari, con l’obiettivo di creare un sistema integrato per l’edilizia abitativa.
Il coinvolgimento delle banche, quindi, non è una novità nel contesto del Piano, ma la richiesta attuale di Salvini si inserisce in un momento in cui le risorse pubbliche risultano insufficienti per coprire le necessità programmate per il 2026. L’appello del ministro si fonda sull’idea che il settore bancario, forte di utili record e di garanzie statali, possa e debba svolgere un ruolo più attivo nel sostegno a politiche abitative di interesse sociale.
Nel contesto regionale, ad esempio in Sardegna, il Piano Casa ha visto recentemente anche un recepimento normativo con la Legge Regionale 18/2025, che ha introdotto misure di semplificazione e sanatoria per interventi edilizi, dimostrando l’attenzione delle amministrazioni locali verso il tema dell’abitare dignitoso e sostenibile.
La proposta di Salvini si inserisce dunque in un quadro più ampio di riforma e rilancio del settore abitativo, con l’obiettivo di garantire a un numero sempre maggiore di cittadini la possibilità di accedere a una casa adeguata, attraverso un modello di sviluppo che coinvolga attivamente tutti gli attori economici del Paese.




