L’idea di trascorrere la pensione all’estero, inseguendo clima mite, costo della vita contenuto e soprattutto regimi più vantaggiosi dal punto di vista tributario, continua a esercitare un forte richiamo sui pensionati italiani. Eppure, negli ultimi anni, il fenomeno mostra un progressivo ridimensionamento: secondo i dati più recenti, dal 2018 al 2024 i trasferimenti all’estero sono calati del 23,8%. Una discesa solo apparente, perché a fronte della diminuzione generale emergono mete sempre più competitive che, di fatto, funzionano come veri e propri paradisi fiscali per i pensionati. Tra queste, spiccano la Spagna, l’Albania e la Tunisia, in particolare la città di Hammamet, che si confermano destinazioni privilegiate per chi vuole ottimizzare la tassazione e migliorare il proprio potere d’acquisto.

Il termine paradisi fiscali, in questo contesto, non va inteso nella sua accezione classica, ma come una definizione di Paesi che permettono ai pensionati di beneficiare di aliquote più basse, esenzioni significative e normative che valorizzano le rendite provenienti dall’estero. Il risultato è un quadro dinamico, in cui convenienza economica e qualità della vita si intrecciano, orientando le scelte di migliaia di connazionali.
Il quadro generale: trasferimenti in calo, ma scelte sempre più selettive
Negli ultimi dieci anni il numero di pensionati italiani che ha deciso di trasferirsi all’estero ha oscillato in modo significativo. Dopo il picco di 5.700 partenza nel 2018/2019, il dato è sceso a 3.600 nel biennio 2020/21, per poi risalire gradualmente fino a oltre 5.500 unità nel 2023/24. La diminuzione complessiva del 23,8% rispetto agli anni precedenti evidenzia però un fenomeno in trasformazione: a emigrare non sono più solo pensionati italiani attratti da condizioni economiche vantaggiose, ma in larga parte cittadini stranieri che, lavorato a lungo nel nostro Paese, scelgono di rientrare nel luogo d’origine una volta maturato il diritto alla pensione.
Oggi, il 43,9% dei trasferimenti riguarda pensionati stranieri, con una crescita del 77% negli ultimi sette anni. Le donne rappresentano addirittura il 76,2% di questa categoria, segno di un ritorno spesso legato alla ricongiunzione familiare e alla ricerca di un costo della vita più sostenibile.
Spagna: il paradiso fiscale più amato dai pensionati italiani
Tra tutte le destinazioni considerate paradisi fiscali per i pensionati, la Spagna si conferma la più amata. Nel solo 2023 vi si sono trasferiti 536 pensionati italiani, in netta crescita rispetto ai 451 del 2022. In totale, oggi sono 8.417 i pensionati italiani residenti nel Paese, ai quali l’INPS eroga complessivamente 147 milioni di euro per un assegno medio mensile di 1.339 euro.
Negli ultimi cinque anni sono arrivati circa 2.300 nuovi pensionati, attratti da una tassazione nettamente più favorevole rispetto a quella italiana. Le aliquote fiscali più basse, unite alle detrazioni sui redditi esteri e alle esenzioni previste per gli over 65 e over 75 (rispettivamente 6.500 e 7.000 euro), rendono la Spagna una meta capace di aumentare immediatamente il potere d’acquisto. A questo si aggiunge un costo della vita particolarmente conveniente nelle aree meno centrali e un clima mite che si avvicina a quello italiano senza richiedere sacrifici culturali o linguistici eccessivi.
Hammamet: la scelta degli ex dipendenti pubblici e la forza delle agevolazioni tunisine
La Tunisia, e soprattutto Hammamet, rimane un polo di forte attrazione per i pensionati italiani. Tra il 2019 e il 2023 il Paese ha accolto circa 1.000 nuovi trasferimenti, sostenuti da un sistema fiscale estremamente competitivo che può essere considerato a pieno titolo un paradiso fiscale per pensionati.
La normativa tunisina prevede infatti una no tax area per l’80% del reddito, una serie di detrazioni per familiari a carico e aliquote ridotte che variano fino a un massimo del 35% per redditi superiori ai 50 mila euro. I redditi inferiori ai 1.500 euro, inoltre, non sono soggetti a imposta.
Non sorprende che ben il 63% dei pensionati italiani residenti a Hammamet sia composto da ex dipendenti pubblici, che non possono ricevere la pensione lorda all’estero e che trovano nel sistema tunisino una soluzione particolarmente vantaggiosa. La vicinanza geografica all’Italia, il clima mediterraneo e la forte presenza italiana completano un quadro che rende la città una delle mete più stabili nel tempo.
Albania: la nuova frontiera dei paradisi fiscali per i pensionati
Negli ultimi anni l’Albania ha iniziato a emergere come uno dei nuovi paradisi fiscali preferiti dai pensionati italiani. Ben 200 si sono trasferiti dal 2019, di cui 100 solo nel 2023. Il fattore decisivo è la normativa introdotta nel 2021, che garantisce l’esenzione fiscale totale sui redditi da pensione.
Questo significa che l’assegno INPS arriva al lordo, senza alcuna trattenuta locale, trasformando l’Albania in una delle destinazioni più competitive sul piano fiscale. Al vantaggio economico si sommano un costo della vita particolarmente basso, una crescente stabilità economica e una forte vicinanza culturale che facilita l’integrazione. Tirana, Valona e Durazzo stanno diventando veri poli di insediamento per chi cerca un’alternativa economica e facilmente raggiungibile dall’Italia.
Oltre i paradisi fiscali: nuove tendenze e mete emergenti
Accanto alle mete principali, esistono altri Paesi che continuano ad attirare piccoli gruppi di pensionati, spesso per motivi familiari o climatici. Romania e Portogallo, un tempo protagonisti, mostrano un rallentamento. La Romania conserva comunque una forte attrattiva per via della tassazione forfettaria al 10% sui redditi esteri e un totale di circa 500 nuovi pensionati negli ultimi cinque anni.
Il Portogallo, invece, ha visto crollare gli arrivi dell’83% dopo l’abolizione del famoso regime fiscale per i residenti non abituali. Nonostante ciò, rimane il Paese in cui l’INPS paga l’importo complessivo più elevato: 157,4 milioni nel 2023, grazie alla presenza storica di pensionati con assegni medi molto alti.
Scelte più marginali – come Grecia, Cipro, Malta o Thailandia – confermano la varietà delle motivazioni che spingono i pensionati a lasciare l’Italia, pur restando fuori dal podio delle destinazioni più competitive dal punto di vista fiscale.
Il fenomeno dei pensionati italiani che scelgono di trasferirsi all’estero sta cambiando forma, ma non perde intensità. Nel nuovo panorama dei paradisi fiscali emergono con forza Spagna, Hammamet e Albania, mete capaci di conciliare benefici economici concreti con una qualità della vita soddisfacente. La ricerca di maggiore benessere, insieme alla possibilità di ottimizzare il carico fiscale, continuerà a guidare le scelte dei pensionati italiani, trasformando queste destinazioni nel fulcro di un trend che, nonostante i cali registrati, resta vivo e in continua evoluzione.






