Roma, 2 novembre 2025 – L’Opec+ ha annunciato oggi il terzo aumento consecutivo della produzione di petrolio, incrementando l’offerta di 137.000 barili al giorno a partire da ottobre 2025. La decisione, seppur contenuta, conferma la volontà dell’alleanza di otto paesi chiave – Arabia Saudita, Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman – di rafforzare la presenza sul mercato globale in un contesto caratterizzato da fondamentali solidi e scorte di greggio basse.
Opec+, incremento graduale e monitoraggio costante del mercato
Gli otto Stati membri dell’Opec+ hanno ribadito che il target complessivo di produzione di 1,65 milioni di barili al giorno potrà essere raggiunto in modo graduale, parziale o totale, a seconda dell’andamento delle condizioni di mercato. La decisione di aumentare la produzione di 137mila barili si aggiunge ai due precedenti incrementi decisi a settembre e ottobre 2025, anch’essi di pari quantità.
L’organizzazione ha sottolineato l’importanza di un approccio cauto e flessibile, con la possibilità di sospendere o annullare ulteriori aggiustamenti volontari della produzione, inclusi i tagli precedentemente attuati per complessivi 2,2 milioni di barili al giorno. I paesi dell’Opec+ hanno confermato altresì l’intenzione di compensare integralmente eventuali sovrapproduzioni a partire da gennaio 2024 e di tenere riunioni mensili per valutare l’evoluzione delle condizioni di mercato, la conformità degli impegni assunti e le compensazioni necessarie. Il prossimo incontro è fissato per il 30 novembre 2025.
Mercato globale del petrolio e dinamiche dei prezzi
Secondo l’Opec+, la decisione di aumentare la produzione si inserisce in un quadro di stabilità economica globale e di fondamentali di mercato robusti, evidenziati dalle scorte di petrolio attualmente contenute. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) segnala un possibile squilibrio tra domanda e offerta, prospettando un aumento della produzione mondiale che potrebbe superare la crescita della domanda stessa, con conseguenti pressioni sui prezzi.
Infatti, dopo tre sedute di rialzo, i prezzi del petrolio sono tornati a scendere: il West Texas Intermediate (Wti) ha perso il 2,04% attestandosi a 62,37 dollari al barile, mentre il Brent ha ceduto l’1,86% a 66,23 dollari. L’offerta globale, che ha raggiunto un record di 106,9 milioni di barili al giorno, continua a crescere tra l’allentamento dei tagli dell’Opec+ e l’aumento della produzione nei paesi non facenti parte del cartello.
L’Opec+ sembra quindi voler puntare su una strategia di conquista di quote di mercato, anche accettando un possibile calo dei prezzi al di sotto dei 60 dollari al barile, in un contesto globale in cui la domanda è prevista in crescita soprattutto nei paesi non appartenenti all’OCSE. La sfida per l’alleanza resta quella di mantenere la stabilità del mercato petrolifero, bilanciando incrementi produttivi e fluttuazioni dei prezzi internazionali.




