Roma, 20 settembre 2025 – È un autunno di mobilitazioni quello che si apre oggi in Italia, con una serie di scioperi nazionali e locali che coinvolgeranno soprattutto i settori dei trasporti e dei servizi pubblici. Le agitazioni, già programmate da lunedì 22 settembre fino a metà novembre, vedranno protagonisti soprattutto i comparti ferroviario e aereo, e due scioperi generali nazionali di rilievo sono stati proclamati per le prossime settimane.
Scioperi generali e settoriali: date e modalità
Il primo sciopero generale nazionale è previsto per lunedì 22 settembre, indetto dall’Unione Sindacale di Base (USB) e da altre sigle come CUB, SGB, ADL Varese e USI-CIT. L’astensione dal lavoro interesserà tutto il settore pubblico e privato e durerà l’intera giornata, con modalità differenziate: nel trasporto ferroviario lo stop è fissato dalla mezzanotte alle 23, mentre il trasporto pubblico locale, il settore marittimo, merci e logistica osserveranno 24 ore di sciopero con modalità variabili. Anche i taxi incroceranno le braccia per tutta la giornata, dalle 00:00 alle 23:59.
Proclamato per il 3 ottobre dal sindacato intercategoriale Cobas un altro importante sciopero generale: il settore ferroviario si fermerà dalle 21 del 2 ottobre fino alle 20:59 del giorno successivo.
Settore aereo e aeroporti: agitazioni in vista
Il 26 settembre è prevista una giornata di forte tensione per il comparto aereo, con scioperi di 24 ore che interesseranno in particolare gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Le sigle sindacali coinvolte includono la Filt-Cgil per il personale di Wizz Air Malta Limited e la Uil Trasporti per il personale di Volotea. Inoltre, a Milano sono attese astensioni dal lavoro riguardanti il personale di handling e di pulizia aeroportuale, con scioperi che varieranno da 4 a 24 ore.
Sciopero: un diritto costituzionale e le sue forme
L’astensione collettiva dal lavoro, più comunemente detta sciopero, è un diritto sancito dall’articolo 40 della Costituzione italiana, esercitato come forma di pressione per migliorare le condizioni lavorative o esprimere dissenso su questioni sociali o politiche. La normativa italiana distingue diverse tipologie di sciopero: generale, settoriale, locale, e forme più articolate come lo sciopero a singhiozzo o a scacchiera. Dal punto di vista giuridico, lo sciopero è legittimo purché non arrechi danni irreparabili alla produttività o alla sicurezza, e deve conciliarsi con altri diritti costituzionali come la libertà di iniziativa economica.
Le controversie più frequenti riguardano il cosiddetto crumiraggio, ovvero la sostituzione dei lavoratori in sciopero con altri dipendenti o personale esterno, pratica che la giurisprudenza regola attentamente per evitare violazioni dei diritti sindacali.
Le agitazioni in calendario si inseriscono quindi in un quadro normativo complesso, ma fondamentale per tutelare il diritto dei lavoratori a farsi ascoltare, anche in un contesto di crescenti tensioni economiche e sociali.






