La stretta del governo sui maxi stipendi nella PA è ormai imminente con la circolare predisposta dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che sarà diffusa entro questa settimana. La misura arriva in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto saltare il tetto massimo di 240 mila euro annui per le retribuzioni elevate nella Pa, introducendo un nuovo limite di 311.658,53 euro lordi. La circolare invita le amministrazioni pubbliche a “soprassedere” agli adeguamenti automatici degli stipendi, che potranno essere concessi solo previa disponibilità di risorse specifiche.
I contenuti della circolare e le indicazioni per gli stipendi nella PA
Secondo quanto riferiscono i quotidiani La Repubblica e Il Corriere della Sera, la circolare – frutto di un confronto serrato tra Palazzo Chigi e il Ministero della Pubblica Amministrazione – intende prevenire discrepanze e riconoscimenti non uniformi in attesa di un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) che definirà i criteri operativi e la lista dei dirigenti autorizzati agli adeguamenti. Il documento ministeriale sottolinea che il riallineamento degli stipendi potrà avvenire solo in presenza di risorse stanziate entro i limiti delle retribuzioni complessive del personale.
La circolare fornirà inoltre chiarimenti applicativi della sentenza della Consulta e prevede alcune esenzioni per determinate figure. Tra queste, fonti di governo indicano un elenco di circa 12 incarichi di vertice, comprendenti capi delle forze dell’ordine e delle forze armate – quali carabinieri, polizia ed esercito – oltre al capo della protezione civile. Questi profili potranno deliberare autonomamente l’adeguamento delle proprie retribuzioni, mentre per tutti gli altri dirigenti non è previsto alcun automatismo.
La posizione del ministro Paolo Zangrillo e le prospettive normative
Intervistato da Repubblica, il ministro Zangrillo ha sottolineato la convergenza con il collega Giancarlo Giorgetti sulla necessità di un intervento che, nel rispetto delle prerogative contrattuali, eviti un “indiscriminato e ingiustificabile appiattimento verso l’alto delle retribuzioni”. L’obiettivo dichiarato è agganciare i compensi al merito, alla produttività e alle responsabilità degli incarichi dirigenziali. Zangrillo ha precisato che non sono previsti aumenti immediati, ma si lavora su criteri selettivi che saranno formalizzati entro l’anno con un decreto del presidente del Consiglio.
La decisione governativa segue anche il caso mediatico legato all’ex ministro Renato Brunetta, che aveva provocato scalpore con un auto-aumento al Cnel poi revocato. L’esecutivo, consapevole dell’impatto politico di tali vicende in un contesto di forte attenzione pubblica e di prossima campagna elettorale, intende così disciplinare con rigore la materia degli stipendi elevati nella Pubblica Amministrazione, evitando tensioni e polemiche.





