Roma 15/10/2025 – La Luiss Business School ha condotto uno studio approfondito per Conflavoro PMI sull’impatto delle problematiche della pubblica amministrazione italiana sul tessuto imprenditoriale del Paese. I risultati confermano una percezione ormai consolidata: il 93% delle imprese considera la PA un ostacolo allo sviluppo, più che un alleato.
Le principali criticità: troppe norme e poca efficacia
Secondo la ricerca, il primo problema individuato dalle imprese riguarda l’eccessiva quantità di norme e il continuo cambiamento del quadro regolatorio, che rendono difficile pianificare e innovare.
Il secondo nodo critico è rappresentato dai limiti di effettività delle leggi: chi rispetta le regole spesso si trova penalizzato rispetto a chi le ignora, alimentando una concorrenza sleale che frena la competitività delle aziende più virtuose.
Competenze carenti nella pubblica amministrazione
Lo studio evidenzia anche la necessità di un salto di qualità nelle competenze della pubblica amministrazione, che rimane troppo ancorata a un approccio giuridico-procedurale. Servono invece figure con competenze tecniche e gestionali, capaci di dialogare efficacemente con il mondo delle imprese e di gestire progetti complessi.
Un miglioramento è in corso, favorito dal ricambio generazionale, ma la distanza rispetto alle esigenze reali del sistema produttivo resta ampia.
Norme calibrate e più controlli per una concorrenza leale
Dallo studio emerge la richiesta di un nuovo paradigma normativo: ogni legge, prima di essere approvata, dovrebbe essere accompagnata da una valutazione d’impatto economico per capire come inciderà sulle imprese, e successivamente da una verifica sull’effettiva efficacia delle misure adottate.
Un altro tema chiave riguarda l’esigenza di regole differenziate: le microimprese, prive di risorse umane ed economiche adeguate, non possono essere trattate come le grandi aziende.
Fondamentale poi il rafforzamento dei controlli: poche verifiche e scarsa applicazione delle norme generano disuguaglianze. Premiare chi si certifica e rispetta la legge – spiega Conflavoro – è essenziale per ristabilire un mercato equo.
Formazione e KPI per una PA più efficiente
La trasformazione, però, non può avvenire senza una profonda formazione del personale pubblico, non solo sul piano tecnico ma anche su quello comportamentale e relazionale.
Conflavoro propone di introdurre indicatori di performance (KPI) per valutare uffici, funzionari e dirigenti pubblici anche in base ai feedback di cittadini e imprese: chi lavora bene va premiato, chi no deve essere formato.
Solo così, sottolinea la ricerca, la pubblica amministrazione potrà diventare un motore di crescita e non più un freno per il sistema produttivo italiano.






