Istat: nel terzo trimestre del 2025 si registra un lieve calo del numero di occupati in Italia. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, l’istituto nazionale di statistica, gli occupati diminuiscono di 45mila unità rispetto al trimestre precedente, attestandosi a 24 milioni 102 mila persone.
Istat: dati sull’occupazione e variazioni nel mercato del lavoro
L’Istat evidenzia che questa contrazione riguarda principalmente i dipendenti a termine, che diminuiscono di 51mila unità (-2,0%), mentre i lavoratori a tempo indeterminato restano sostanzialmente stabili. In controtendenza, cresce il numero degli indipendenti, con un aumento di 14mila unità (+0,3%). Nel complesso, il tasso di occupazione si riduce leggermente dello 0,1%, fermandosi al 62,5%. Il calo interessa soprattutto gli uomini, i giovani e le regioni del Centro-Nord, mentre resta stabile per le donne, i lavoratori tra i 35 e i 49 anni e nelle regioni meridionali. Solo la fascia di età tra i 50 e i 64 anni fa registrare un aumento del tasso di occupazione.
Nonostante la flessione trimestrale, su base tendenziale il numero di occupati rimane quasi invariato con una lieve diminuzione di 7mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, dopo diciassette trimestri consecutivi di crescita.
Indicatori sul lavoro, costo e ore lavorate
L’input complessivo di lavoro, misurato in ore lavorate, mostra un incremento dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 2% rispetto all’anno precedente secondo l’Istat. Nelle imprese dell’industria e dei servizi, le posizioni lavorative dipendenti aumentano dello 0,4% su base congiunturale, con una crescita più marcata nelle posizioni a tempo pieno (+0,4%) rispetto a quelle part time (+0,2%). Su base annua si registra un incremento dell’1,6%, trainato soprattutto dai contratti full time (+1,7%).
Le ore lavorate per dipendente aumentano dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% rispetto al terzo trimestre 2024. Parallelamente, diminuiscono le ore di cassa integrazione guadagni (Cig), con una riduzione di 1,5 ore ogni mille ore lavorate.
Sul fronte dei costi, l’Istat segnala un aumento del costo del lavoro per unità di lavoro equivalente (Ula) dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, dovuto sia alla crescita delle retribuzioni (+0,7%) sia all’aumento dei contributi sociali (+1,2%). Su base annua, il costo del lavoro cresce complessivamente del 3,3%, con un aumento più significativo dei contributi sociali (+4,8%) rispetto alle retribuzioni (+2,8%).
Infine, il tasso di posti vacanti si attesta all’1,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente ma in calo di 0,2 punti rispetto allo stesso trimestre del 2024.






