Il prezzo del petrolio registra un forte rialzo questa mattina sui mercati internazionali, spinto dalle crescenti tensioni in Iran. Il Wti con consegna a luglio è scambiato a 73,48 dollari al barile, segnando un incremento dell’8,00%, mentre il Brent con consegna ad agosto si attesta a 74,47 dollari, con un aumento del 7,37%. Salgono anche oro e gas mentre le borse asiatiche chiudono in negativo
Crescono le tensioni geopolitiche in Iran e l’impatto sui mercati energetici
L’aumento significativo del prezzo del petrolio si inserisce in un contesto di forte instabilità geopolitica, con le tensioni in Iran che continuano a influenzare i mercati delle materie prime. L’Iran, formalmente Repubblica Islamica dell’Iran, con capitale Teheran e una popolazione di circa 92 milioni di abitanti, è un attore chiave nel panorama energetico mondiale. Le sue vicende interne e le relazioni internazionali hanno ripercussioni dirette sui prezzi dell’energia.
Anche l’oro si rafforza con le tensioni in Medio Oriente dopo il pesante attacco preventivo di Israele all’Iran, consolidando il ruolo di bene rifugio: il metallo giallo sale dell’1,48% sui mercati asiatici, a 3.452,7 dollari all’oncia. Molto positivo anche il gas, che segna un +4% in apertura.
Le Borse asiatiche viaggiano invece in territorio negativo sull’impennata delle tensioni in Medio Oriente con l’attacco preventivo di Israele ai danni dell’Iran. Tokyo (-1,33%) e Seul (-1,19%) sono le peggiori.
Effetti delle tensioni sui mercati globali e sulle valute
L’instabilità geopolitica e le misure protezionistiche hanno anche inciso sulla valuta statunitense. Il dollaro si è indebolito ai minimi dall’ottobre 2024, con un calo del 2,1% rispetto a un paniere di valute. Contestualmente, l’oro ha guadagnato terreno, riflettendo la ricerca di beni rifugio da parte degli investitori.






