Roma, 28 agosto 2025 – Aumentano le preoccupazioni tra i consumatori italiani ad agosto 2025, con un peggioramento dell’indice di fiducia, mentre le imprese mostrano un andamento stabile. Lo rileva l’Istat nel suo ultimo rapporto sul clima di fiducia di consumatori e imprese.
Peggiora la fiducia dei consumatori
Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’indice della fiducia dei consumatori scende da 97,2 a 96,2 punti. Questo calo riflette un deterioramento generalizzato in tutte le componenti del clima di fiducia, anche se con intensità diverse. In particolare, il clima futuro e il clima economico registrano le diminuzioni più marcate, passando rispettivamente da 93,9 a 92,2 e da 98,2 a 97,0. Mentre il clima personale e quello corrente subiscono cali più contenuti (da 96,9 a 95,9 e da 99,7 a 99,2).
Il peggioramento delle aspettative economiche e delle prospettive occupazionali si riflette anche nei giudizi più negativi sul bilancio familiare e sulle possibilità di risparmio, confermando un clima di crescente incertezza tra le famiglie italiane.
Stabilità e differenze nel clima di fiducia delle imprese
Diversamente dai consumatori, l’indice del clima di fiducia delle imprese rimane stabile a 93,6 punti. Tuttavia, all’interno dei diversi settori si osservano dinamiche contrastanti. Nell’industria manufatturiera l’indice scende leggermente da 87,8 a 87,4, mentre nelle costruzioni cala da 102,3 a 101,3. Il comparto del commercio al dettaglio registra un calo più significativo, passando da 105,7 a 102,8. Al contrario, il settore dei servizi di mercato mostra un miglioramento dell’indice di fiducia, che sale da 93,8 a 95,0.
Tra le componenti degli indici, nella manifattura peggiorano le attese sulla produzione, mentre migliorano i giudizi sugli ordini, anche se le scorte di prodotti finiti risultano in aumento rispetto al mese precedente. Nelle costruzioni, si osserva un peggioramento dei giudizi sugli ordini, ma le attese sull’occupazione sono in crescita.
Questi dati confermano un quadro economico ancora incerto, con segnali differenti tra consumatori e imprese, e con variazioni settoriali che riflettono la complessità del contesto economico italiano nel secondo semestre del 2025.






