L’Italia si conferma tra i Paesi europei con i prezzi dell’elettricità più alti nel 2024, secondo quanto riportato dall’ultimo rapporto della Commissione europea sullo stato dell’Unione dell’energia 2025. I dati indicano che il prezzo medio all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto i 108 euro per MWh, posizionandosi al secondo posto nella classifica europea, ben al di sopra della media Ue di 84,7 euro/MWh.
Prezzi dell’elettricità all’ingrosso e dinamiche di mercato
Nel corso del 2024, l’Italia ha registrato un andamento altalenante dei prezzi dell’elettricità: dopo una diminuzione iniziale, dovuta al calo dei prezzi del gas naturale, si è assistito a un aumento significativo in primavera e a un’impennata in autunno. Secondo la Commissione, questa volatilità è attribuibile a un “eccessivo allineamento” del costo dell’elettricità al prezzo del gas naturale, che nel 2024 ha rappresentato il 44% del mix elettrico italiano, la terza quota maggiore in Ue. Inoltre, ondate di calore prolungate e più intense, seguite da un autunno più freddo, hanno portato a un aumento dei consumi energetici tra aprile e dicembre (+1% rispetto al 2023). La produzione da carbone si è ridotta di circa il 60%, mentre l’energia eolica ha subito una flessione.
Consumi e prezzi per i consumatori domestici
Nonostante i prezzi all’ingrosso elevati, i costi dell’energia elettrica per uso domestico in Italia sono diminuiti dell’11% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 32 centesimi per kWh, principalmente grazie a una riduzione del 24% dei costi energetici e di fornitura. Tuttavia, i prezzi al dettaglio del gas per i consumatori domestici sono aumentati del 17%, arrivando a 12,3 centesimi per kWh, risultato superiore del 16% rispetto alla media europea. Nel secondo semestre del 2024, i prezzi al dettaglio dell’elettricità per le famiglie italiane si sono collocati settimi più alti tra i 27 Paesi Ue.
I dati mostrano inoltre che l’elettricità rappresenta il 22,1% del consumo energetico finale in Italia, leggermente inferiore alla media europea del 22,9%, con una quota significativa nel settore industriale (39,2%) e nelle famiglie (19,8%), mentre nel settore trasporti la penetrazione è minima (2%).






