Milano, 4 dicembre 2025 – Amazon Italia Transport ha effettuato un versamento di oltre 180 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate, a seguito delle indagini condotte dalla Procura di Milano e dalla Guardia di Finanza per presunta frode fiscale e pratiche irregolari nella gestione della forza lavoro. Contestualmente, l’azienda ha modificato il proprio sistema di monitoraggio dei corrieri, eliminando l’algoritmo controverso che aveva sollevato critiche per la sua natura invasiva.
Amazon, frode fiscale e monitoraggio dei corrieri: la vicenda
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Milano, che ha portato al sequestro di oltre 121 milioni di euro nel luglio 2024, aveva evidenziato come Amazon Italia Transport avesse ottenuto vantaggi economici grazie alla flessibilità imposta ai corrieri, formalmente dipendenti di cooperative o società filtro con contratti d’appalto irregolari. I lavoratori venivano monitorati tramite un software-algoritmo sviluppato da Amazon, che li tracciava come “puntini rossi” su mappe digitali, con conseguenti sanzioni in caso di ritardi nelle consegne.
Dopo oltre un anno e mezzo di indagini, la filiale italiana di Amazon ha rivisto e adeguato i propri modelli organizzativi, eliminando il software incriminato. Il nuovo sistema di monitoraggio sarà strutturato in modo meno invasivo, rispettando le normative sul lavoro e la privacy. Tale modifica, unita all’importante versamento fiscale, ha convinto la Procura a richiedere al gip la revoca dell’istanza di interdittiva che avrebbe impedito ad Amazon di fare pubblicità.
Un contesto più ampio: oltre un miliardo recuperato e stabilizzazione dei lavoratori
L’indagine su Amazon si inserisce in un quadro più ampio di controlli fiscali nel settore della logistica e dei trasporti. Negli ultimi anni, oltre 30 aziende, tra cui nomi come DHL, GLS, Schenker, Esselunga, UPS e FedEx, hanno versato complessivamente più di un miliardo di euro all’Agenzia delle Entrate in seguito a sequestri per frodi fiscali analoghe.
Un risultato importante emerso dall’azione della Procura di Milano riguarda anche la tutela dei lavoratori: sono infatti oltre 50mila i lavoratori stabilizzati dalle società, che in precedenza operavano in condizioni di precarietà tramite società serbatoio. Questa stabilizzazione rappresenta un passo significativo verso la regolarizzazione del settore e il rispetto dei diritti dei dipendenti.
La vicenda Amazon, dunque, riflette un’attenzione crescente da parte delle autorità italiane verso le pratiche commerciali e fiscali delle grandi multinazionali dell’e-commerce, con un impegno deciso a garantire equità fiscale e tutele lavorative.






