Roma, 4 novembre 2025 – Il Consiglio di Stato ha emesso un’importante ordinanza che consente la prosecuzione dell’attività produttiva negli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, incluso l’ex Ilva di Taranto, uno degli impianti siderurgici più strategici a livello nazionale. La decisione arriva a seguito dell’esame di un appello presentato dalla società contro un provvedimento dell’ARERA che aveva fissato un termine troppo breve per trovare un nuovo fornitore di gas necessario alla produzione.
Il Consiglio di Stato sospende la sentenza del TAR e autorizza la continuità produttiva
La seconda Sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare di Acciaierie d’Italia, sospendendo l’esecutività della sentenza del TAR Lombardia che aveva respinto il ricorso contro l’atto ARERA del 7 ottobre 2023. Tale atto imponeva un termine per l’individuazione del fornitore del gas e le modalità di trasporto, senza considerare la complessità della situazione.
Con l’ordinanza, il Consiglio ha consentito la prosecuzione della fornitura di gas e quindi dell’attività produttiva per evitare l’interruzione degli impianti di interesse strategico nazionale e tutelare l’occupazione, fissando al tempo stesso l’udienza di merito per il 9 giugno 2026.
Acciaierie d’Italia: un colosso siderurgico in amministrazione straordinaria
Fondata nel 1905 e attualmente in amministrazione straordinaria dal 2015, Acciaierie d’Italia rappresenta il principale gruppo siderurgico italiano, con una forza lavoro di quasi 10.000 dipendenti e uno stabilimento di Taranto che è il più grande complesso siderurgico europeo. Dopo varie vicissitudini societarie, tra cui la gestione da parte di ArcelorMittal e il successivo ritorno sotto controllo pubblico tramite Invitalia, l’azienda sta attraversando una fase di rilancio tecnologico e ambientale, con l’obiettivo di modernizzare la produzione e ridurre l’impatto ambientale.
L’ordinanza del Consiglio di Stato si inserisce in un quadro complesso segnato da tensioni tra esigenze produttive, tutela occupazionale e rispetto delle normative ambientali e sanitarie, in un contesto in cui il diritto alla salute e il diritto al lavoro sono oggetto di continui bilanciamenti giuridici e politici.




