Città del Vaticano, 5 dicembre 2025 – La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha diffuso oggi una nota pastorale dal titolo “Educare a una pace disarmata e disarmante”, documento che affronta con rigore l’aumento preoccupante di fenomeni quali antisemitismo, islamofobia e cristianofobia in Europa e in altre aree del mondo. Il testo, approvato dall’81ª Assemblea Generale della Cei, offre una riflessione approfondita sulle radici culturali di questi fenomeni e richiama la necessità di una riforma istituzionale a livello internazionale per promuovere la pace e la convivenza.
Antisemitismo e islamofobia: radici culturali e conseguenze sociali
Il documento della Cei evidenzia come la crescita dell’antisemitismo riproponga vecchie falsità contro gli ebrei, aggravata oggi da una scorretta identificazione tra la realtà ebraica e alcune recenti azioni dello Stato d’Israele. Parallelamente, la islamofobia si alimenta di una percezione distorta che vede nella presenza musulmana in Europa una minaccia di “islamizzazione” o di “sostituzione etnica”, generando paura e sospetti nella quotidianità.

La nota sottolinea inoltre che tali pregiudizi alimentano slogan politici e campagne che spesso sfociano in attacchi violenti contro comunità e singoli appartenenti a queste fedi, minando le relazioni sociali e politiche. In particolare, viene richiamato il paradigma dello “scontro di civiltà” degli anni Novanta, che ha enfatizzato la differenza tra civiltà occidentale e islamica, descrivendo quest’ultima come incompatibile con i valori democratici e incline a dominare e omologare l’altro.
Nel documento si fa riferimento anche ad azioni violente compiute da gruppi come Ḥamās, organizzazione palestinese islamista e militante, le cui azioni sono talvolta strumentalizzate per giustificare attacchi indiscriminati contro i musulmani. Fondata nel 1987, Ḥamās ha assunto un ruolo centrale nel conflitto israelo-palestinese, distinguendosi per la sua doppia natura politica e armata e per la gestione della Striscia di Gaza. L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha causato gravi perdite in Israele e ha dato avvio alla lunga guerra di Gaza ancora in corso, è un episodio citato nel contesto dell’analisi sul clima di ostilità che alimenta le tensioni religiose e culturali.
Il fenomeno della cristianofobia e le sfide della laicità
La nota della Cei denuncia anche la diffusione di forme di cristianofobia, che in alcune aree del mondo si traducono in persecuzioni violente, fino al martirio di fedeli. In paesi dove la libertà religiosa non è garantita, i cristiani vengono marginalizzati o perseguitati. Persino in nazioni con una lunga tradizione cristiana emergono discriminazioni latenti, spesso giustificate da una concezione di laicità che rifiuta ogni espressione pubblica di fede.
Si evidenzia il rischio che tale marginalizzazione possa compromettere il futuro di una società armoniosa e la concordia tra i popoli, mettendo in pericolo i fondamenti spirituali e culturali della civiltà europea e mondiale.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, rilancia la necessità di una riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e un impegno concreto per fare di ogni comunità una “casa della pace e della non violenza”. Richiamandosi all’invito di Papa Leone XIV, la nota pastorale invita a costruire spazi dove si possa disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, praticare la giustizia e custodire il perdono.
L’appello finale è rivolto a tutte le componenti sociali – dalla famiglia alla scuola, dalla società civile alla politica – affinché coltivino una visione di sviluppo e solidarietà, rifiutando la corsa agli armamenti e la proliferazione nucleare, in nome di una pace autentica e duratura.
La Cei, con questa nota sull’antisemitismo, islamofobia e cristianofobia, si inserisce nel dibattito attuale sulle tensioni religiose e culturali che attraversano l’Europa e il mondo, sottolineando la necessità di educare alla pace e al rispetto reciproco in un contesto segnato da divisioni e conflitti sempre più radicali.






