Roma, 19 ottobre 2025 – La nuova generazione del pianismo europeo ha un nome che inizia a risuonare con forza: Alexandros Kyriakopoulos. Greco-australiano, venticinque anni, formato al Boston Conservatory at Berklee, ha trasformato la sua doppia identità culturale in una visione musicale unica. Nei suoi concerti, il rigore accademico si fonde con la passione mediterranea, creando un linguaggio in cui ogni nota diventa racconto, memoria, respiro.
Una formazione cosmopolita
Nato il 23 luglio 2000, Alexandros ha iniziato presto un percorso di studio che riflette la sua curiosità e disciplina. Oltre al Bachelor of Music conseguito a Boston, ha ottenuto diplomi del Ministero della Cultura greco in pianoforte, armonia e contrappunto, oltre al prestigioso ABRSM Diploma di Londra.
Questa solida base accademica si è tradotta in una carriera internazionale costruita con metodo, in cui il perfezionismo tecnico incontra la libertà interpretativa.
Il linguaggio del suono
Nei suoi recital, Alexandros invita il pubblico a entrare nel cuore delle opere. Le sue interpretazioni rivelano la vita e le emozioni dei compositori, restituendo alla musica una dimensione narrativa e umana.
Nel recente video registrato all’Accademia Chigiana di Siena, l’esecuzione del secondo movimento della Sonata n.7 di Prokofiev è diventata manifesto del suo stile: chiarezza e calore, tensione e lirismo. In quel “Andante caloroso” Kyriakopoulos mostra la tenerezza nascosta di Prokofiev, la fragilità dietro la forza.

Festival e palcoscenici internazionali
Dal 2022 al 2025 il suo calendario è stato fitto di appuntamenti che raccontano un’ascesa costante. Dalla Puerto Piano Festival di San Juan al Virtuoso & Belcanto Festival di Lucca, dal C-GAP Program di Siena fino al Gijon International Piano Festival in Spagna, Alexandros ha portato il suo repertorio in sale e teatri di tre continenti.
Nel 2024 si è esibito in un recital ad Atene, al Pallas Theatre, e nello stesso anno ha rappresentato la Grecia all’80° anniversario della Liberazione nell’isola di Kythera, alla presenza dei ministri della Cultura e della Difesa.
Oggi è uno dei giovani artisti più richiesti nei festival europei, dove viene apprezzato per la sua precisione tecnica e la capacità di creare intimità col pubblico.
L’esperienza italiana
L’Italia è diventata una seconda casa per Kyriakopoulos. A Siena e Lucca ha trovato l’ambiente ideale per sviluppare una maturità interpretativa raffinata, circondato da maestri e colleghi di talento.
Il Virtuoso & Belcanto Festival di Lucca lo ha visto protagonista in diversi concerti nel luglio 2025, tra recital e musica da camera, in un contesto che unisce le architetture rinascimentali al fermento dei giovani artisti.
All’Accademia Musicale Chigiana, storica istituzione fondata nel 1932, Alexandros ha partecipato a programmi di perfezionamento che lo hanno messo in dialogo con il lascito di figure come Maurizio Pollini, cui ha dedicato un omaggio nel giugno 2024.
La didattica come vocazione
Accanto all’attività concertistica, Alexandros coltiva la dimensione pedagogica. Negli Stati Uniti insegna presso la South Shore Piano School, Musicians Playground e Little Halos Preschool, dove sperimenta un approccio educativo basato sulla connessione emotiva col suono.
Per lui, insegnare è un’estensione naturale del fare musica: “Ogni allievo è un mondo da ascoltare, non da correggere”, racconta spesso ai suoi studenti.

Una visione contemporanea del pianismo
Kyriakopoulos non considera il pianoforte solo uno strumento, ma un mezzo di narrazione personale e collettiva. La sua musica è un viaggio nella memoria e nella luce, tra le ombre del repertorio russo e la trasparenza del Mediterraneo.
Con una presenza scenica che unisce eleganza e intensità, riesce a trasformare il palco in un dialogo tra epoche e sensibilità: da Chopin a Prokofiev, da Rachmaninov a compositori contemporanei.
Il futuro tra Europa e Stati Uniti
Il 2025 segna per Alexandros un punto di svolta. Dopo il successo dei suoi recital estivi in Italia e Spagna, il pianista si prepara a una nuova stagione con progetti che intrecciano musica, storia e performance visiva.
La sua ambizione non è solo quella di eseguire, ma di creare esperienze immersive, in cui il pubblico partecipi emotivamente al processo creativo.
“Suonare è un atto di verità”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata durante il festival di Lucca. “Ogni concerto è un incontro tra la mia storia e quella di chi ascolta”.
Parole che riassumono l’essenza di un artista che, pur giovane, ha già trovato un equilibrio raro tra disciplina, intuizione e umanità.






