Vittoria, 18 dicembre 2025 – Un’operazione della Squadra Mobile di Ragusa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catania, ha portato all’arresto di quattro cittadini del Bangladesh accusati di sequestro di persona aggravato a fini di estorsione e tortura. Le vittime sono due loro connazionali immigrati in Italia, sottoposti a violenze in un casolare isolato nel territorio di Vittoria.
Choc a Vittoria: la dinamica del sequestro e le violenze subite
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli arrestati si sarebbero inizialmente offerti di trovare un impiego con un regolare contratto di lavoro per le vittime. Tuttavia, una volta convinti, i due immigrati sono stati condotti in un casolare dove sono stati legati con catene a mani e piedi. Qui sono stati brutalmente picchiati con tubi e spranghe, nell’intento di costringerli a contattare le loro famiglie e ottenere un riscatto in denaro per la loro liberazione.
Gli indagati avrebbero anche simulato l’appartenenza a bande criminali per aumentare il terrore delle vittime. Durante le aggressioni, le urla di dolore dei due sequestrati sono state fatte ascoltare alle famiglie tramite telefonate intimidatorie. Solo dopo il versamento di un riscatto di 20mila euro, i due immigrati sono stati liberati.
Indagini e contesto operativo
L’operazione, condotta dalla polizia su delega della Dda di Catania, si inserisce in un quadro di grave violazione dei diritti umani che interessa il territorio e riguarda fenomeni di sfruttamento e violenza ai danni degli immigrati. Vittoria, comune siciliano di circa 65mila abitanti situato nel libero consorzio comunale di Ragusa, è noto per la sua posizione strategica e l’intensa presenza di comunità straniere, soprattutto originarie del Bangladesh.
L’arresto dei quattro responsabili rappresenta un importante passo nella lotta contro le organizzazioni criminali che speculano sulla vulnerabilità degli immigrati, offrendo false promesse di lavoro e praticando metodi violenti per estorcere denaro alle famiglie delle vittime. Le indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori complici e per garantire la tutela delle persone coinvolte.






