Milano, 14 agosto 2025 – Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’urbanistica milanese, che vede coinvolto anche il direttore generale del Comune di Milano, Christian Malangone, indagato per induzione indebita nella vicenda del Pirellino. La sua posizione emerge da alcune chat con Manfredi Catella e Giancarlo Tancredi, depositate recentemente dalla procura al Tribunale del Riesame, come anticipato dal Corriere della Sera.
Inoltre, il Tribunale del Riesame di Milano ha deciso di revocare gli arresti domiciliari per l’ex assessore comunale Giancarlo Tancredi, l’ex membro della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. Per tutti e tre, arrestati il 31 luglio nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica, è stata disposta un’interdizione di un anno. I tre sono stati rimessi in libertà.
L’inchiesta sull’urbanistica e il ruolo di Malangone
L’inchiesta che sta scuotendo Palazzo Marino riguarda presunti abusi urbanistici e irregolarità nelle procedure edilizie, che hanno già portato all’arresto di numerosi indagati tra funzionari comunali, imprenditori e tecnici. Christian Malangone, nominato direttore generale del Comune di Milano nel luglio 2018, figura tra gli indagati in relazione a ipotesi di pressioni e condotte illecite per agevolare progetti edilizi controversi.
Malangone, classe 1973, è una figura di riferimento per il sindaco Beppe Sala e ha avuto un ruolo chiave anche nella gestione delle attività liquidatorie di Expo Milano. Nonostante alcune tensioni iniziali con il primo cittadino, il suo rapporto con Sala è sempre stato caratterizzato da un dialogo continuo e proficuo. Ora il direttore generale dovrà affrontare questa delicata fase giudiziaria nel pieno delle sue funzioni.
Le parole della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano
Al termine di una recente udienza davanti al Tribunale del Riesame, la procuratrice aggiunta di Milano, Tiziana Siciliano, ha sottolineato che il ruolo del Riesame è quello di valutare esclusivamente l’aspetto cautelare e la presenza di gravi indizi di colpevolezza, non emettendo sentenze definitive. “Il Riesame non esce con la sentenza di assoluzione o di condanna, ma valuta limitatamente a un’ordinanza nei confronti di alcuni indagati la sussistenza dei gravi indizi”, ha precisato Siciliano.
La magistrata ha inoltre evidenziato la vastità e la solidità dell’indagine, che si basa su mesi di attività e numerose conferme da parte di diverse autorità giudiziarie, tra cui Cassazione, Tar e Consiglio di Stato. “È un lavoro serissimo e importante, ma limitato a questo aspetto, non una valutazione sull’intera indagine”, ha aggiunto, ribadendo la volontà della procura di proseguire nelle investigazioni, obbligata dalla legge a indagare su reati procedibili d’ufficio.
Per approfondire: Urbanistica, Siciliano: “Indagine avanti, solide basi nonostante annullamenti del tribunale”






