Roma, 21 novembre 2025 – Secondo l’ultima indagine dell’Istat riguardo la violenza sulle donne italiane, emerge un quadro drammatico e ancora in evoluzione che mette in luce la persistenza e la gravità delle violenze fisiche e sessuali subite, in particolare all’interno delle relazioni di coppia. La ricerca, che aggiorna i dati in vista della pubblicazione completa nel 2026, rivela che oltre un terzo delle donne italiane ha subito almeno una forma di violenza nella vita, con una quota significativa attribuibile ai partner attuali o ex.

Più della metà delle violenze commesse da partner e ex partner
L’Istat sottolinea che i partner, attuali ed ex, sono responsabili più di ogni altro tipo di autore di violenza fisica e sessuale, con percentuali che superano il 50% per tutte le forme di violenza fisica (ad eccezione delle minacce). In particolare, il 63,8% degli stupri è opera di partner, di cui il 59,1% da ex partner e il 4,7% dal partner attuale. Solo il 6,9% degli stupri è attribuibile a estranei, mentre il restante è riconducibile a conoscenti e amici.
La violenza sessuale assume anche forme particolarmente gravi in contesti in cui la vittima non è in grado di opporre resistenza, ad esempio quando è stata drogata o è sotto l’effetto di alcool: questa particolare forma di stupro riguarda l’1% delle donne, con la maggioranza dei casi imputabile sempre a ex partner (38,9%) e conoscenti (35,3%).
La rilevazione evidenzia inoltre che il 19,2% delle donne ha subito molestie sessuali, nella maggior parte dei casi da parte di sconosciuti (58,7%) e in misura minore da conoscenti (19,5%).
Violenza fisica e sessuale: un fenomeno ancora diffuso e complesso
Sono circa 6 milioni e 788 mila le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, pari al 31,5% del totale. Il 20,2% ha subito violenza fisica, mentre il 21% è stato vittima di violenza sessuale. Tra queste, il 5,4% ha subito forme gravi come stupro o tentato stupro.
Inoltre, il 13,6% di tutte le donne ha subito violenza da partner o ex partner, con un’incidenza maggiore tra le donne che hanno interrotto una relazione negli ultimi cinque anni: in questo gruppo la violenza sale al 12,5%. La maggior parte delle donne che hanno avuto un partner violento l’hanno lasciato proprio a causa delle violenze subite, con il 41,7% che indica la violenza come causa principale della fine della relazione.
La violenza non si limita però alle relazioni di coppia: il 24,7% delle donne ha subito almeno una violenza da uomini non partner, comprendendo estranei (13,2%) e persone conosciute (13%). Quest’ultima categoria include amici, colleghi e parenti.
L’Istat segnala anche un aumento delle violenze subite dalle giovanissime (16-24 anni) e dalle studentesse, che tuttavia non modifica significativamente la media complessiva.
Consapevolezza e comportamenti di denuncia
L’indagine rivela segnali di una maggiore consapevolezza da parte delle donne italiane riguardo ai rischi di violenza e ai loro diritti. Si registra infatti una diminuzione delle violenze subite dal partner attuale, sia fisiche che sessuali, e un aumento delle vittime che riconoscono la violenza come reato e si rivolgono ai centri antiviolenza e servizi specializzati.
Nonostante ciò, i comportamenti di denuncia restano ancora limitati: solo il 10,5% delle vittime ha denunciato la violenza subita da partner o ex partner negli ultimi cinque anni. Parallelamente, diminuiscono i casi di violenza con conseguenze fisiche gravi e la paura per la propria incolumità.
L’Indagine sulla violenza contro le donne, denominata “Sicurezza delle donne”, si basa su interviste rivolte a un campione rappresentativo di donne italiane, con l’obiettivo di comprendere non solo le violenze denunciate ma anche il sommerso. La terza edizione è in corso e include anche le donne straniere, che sono oggetto di un’attenzione particolare per le difficoltà linguistiche e culturali.
I dati aggiornati a novembre 2025 confermano che la violenza contro le donne rimane una piaga sociale rilevante, con una forte incidenza all’interno delle relazioni intime e un ampio margine di non denuncia che rende necessario continuare a potenziare le politiche di prevenzione, protezione e supporto alle vittime.






