Giovanni Salamone, 61enne, ha confessato l’omicidio della moglie Patrizia Russo, 53 anni, facendo riferimento a uno stato depressivo e a problematiche legali. L’imputato, attualmente in carcere a Genova, ha tentato di suicidarsi dopo l’arresto. L’udienza proseguirà il 9 giugno
Giovanni Salamone, un uomo di 61 anni, è al centro di un caso di femminicidio che ha scosso la comunità di Alessandria. Accusato dell’omicidio della moglie Patrizia Russo, di 53 anni, il crimine è avvenuto il 16 ottobre 2024 a Solero. Durante l’udienza presso la Corte d’Assise di Alessandria, Salamone ha rilasciato dichiarazioni inquietanti, sostenendo di essere stato “possesso da Satana” e di aver agito sotto l’influsso di forze oscure. Questo drammatico episodio ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla violenza di genere e sulle sue radici.
La confessione e le circostanze
Salamone ha ammesso di aver ucciso la moglie, ma ha attribuito il suo gesto a un grave stato mentale. Ha spiegato che le sue azioni erano aggravate da preoccupazioni economiche e da un processo per ricettazione, dal quale era stato successivamente assolto. Durante le sue dichiarazioni, ha affermato di sentirsi “armato” dal “dio del male”, sottolineando di aver agito in un momento di confusione, dichiarando: “Mi volevano fregare i soldi”. La difesa, rappresentata dall’avvocato Elisabetta Angeleri, ha richiesto una perizia psichiatrica, ma questa è stata respinta dal tribunale. Secondo il giudice, erano già disponibili consulenze sufficienti per valutare le condizioni mentali dell’imputato.
Testimonianze e contesto familiare
Il dibattimento ha visto la partecipazione di familiari e amici di Patrizia, i quali hanno fornito un quadro della difficile situazione coniugale della coppia. La migliore amica di Patrizia ha rivelato che la donna aveva condiviso con lei le sue preoccupazioni riguardo alla salute mentale del marito. Questo caso ha riacceso un ampio dibattito sui femminicidi e sull’importanza di prestare attenzione ai segnali di allerta che possono precedere tali tragedie. Nonostante il drammatico contesto, la difesa di Salamone ha evidenziato la mancanza di prove sufficienti per dimostrare un intento omicida premeditato.
La situazione attuale e le implicazioni
Attualmente, Salamone si trova in carcere a Genova, presso il carcere di Marassi, dove ha tentato di togliersi la vita poco dopo la convalida del suo fermo. Il processo riprenderà il 9 giugno, con l’attesa di ulteriori audizioni di testimoni e la presentazione di nuove prove da entrambe le parti. La comunità locale continua a essere scossa dall’accaduto, evidenziando l’urgenza di affrontare il problema della violenza di genere e delle sue cause profonde. La vicenda di Giovanni Salamone e Patrizia Russo non è solo un caso di cronaca, ma un richiamo a una riflessione collettiva su un tema di vitale importanza sociale.






