Washington, 17 luglio 2025 – Una nuova controversia legale scuote il mondo dei media statunitensi, con il presidente Donald J. Trump che ha annunciato una causa contro il Wall Street Journal, la società editrice News Corp e il suo proprietario Rupert Murdoch. La disputa nasce dalla pubblicazione, da parte del quotidiano finanziario, di una presunta lettera oscena indirizzata da Trump a Jeffrey Epstein, il defunto finanziere coinvolto in uno scandalo di traffico sessuale.
La lettera oscena a Epstein e la reazione di Trump
Il Wall Street Journal ha reso pubblica una lettera, contenuta in un album rilegato in pelle attribuito a Ghislaine Maxwell, ex complice di Epstein, realizzato per il cinquantesimo compleanno di Epstein nel 2003. La lettera è descritta dal quotidiano come «oscena» e sarebbe stata scritta a macchina, contenente una conversazione immaginaria tra Trump e Epstein, corredata da un disegno della silhouette di una donna nuda. Il testo inizia con un dialogo criptico tra i due, e termina con un augurio di compleanno e un riferimento a “un altro meraviglioso segreto”.
Trump ha smentito categoricamente di aver scritto quella lettera, definendola un falso e una «bufala» diffusa per danneggiarlo. Su Truth, il social network da lui utilizzato, ha dichiarato che lui e la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt avevano avvertito il Wall Street Journal e Rupert Murdoch dell’infondatezza della notizia prima della pubblicazione, minacciando conseguenze legali in caso contrario. Nonostante ciò, il giornale ha proceduto con la diffusione della storia, che il presidente ha definito “falsa, maligna e diffamatoria”, annunciando l’intenzione di citare in giudizio sia il quotidiano che Murdoch e News Corp.
Il contesto e la posizione di Murdoch
Rupert Murdoch, magnate dei media che ha recentemente lasciato tutte le cariche operative dopo quasi 70 anni di carriera, è al centro di questa nuova battaglia legale. Il rapporto tra Murdoch e Trump è stato altalenante, ma recentemente sembrava migliorato, anche con la visita del vicepresidente J.D. Vance al magnate e ai suoi figli. Tuttavia, la pubblicazione della presunta lettera ha riacceso tensioni, con Trump che ha definito il Wall Street Journal un “giornalaccio disgustoso e lurido” e ha promesso di fare causa «per far pagare» chi ha diffuso la notizia.
Nel frattempo, la portavoce Leavitt ha dichiarato che la Casa Bianca ha chiesto al quotidiano una copia della lettera, che però il Wall Street Journal non ha fornito, ammettendo di non averla in loro possesso. Anche il vicepresidente Vance ha criticato duramente la pubblicazione, definendo la storia “una completa stron***a” e invitando il giornale a vergognarsi per averla diffusa senza aver mostrato la lettera prima ai lettori.
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di tensioni fra Trump e i media, con l’ex presidente che, in passato, ha intrapreso diverse azioni legali contro altre testate come ABC News e Paramount, e ha contestato duramente la copertura mediatica su vari temi, inclusi i risultati elettorali e le accuse di brogli.
Il caso della lettera oscena a Epstein è destinato a diventare un ulteriore capitolo nelle controversie legali e mediatiche che coinvolgono il presidente Trump e il suo rapporto con l’informazione statunitense.






