Roma, 29 ottobre 2025 – La Procura di Roma ha chiesto l’ergastolo e tre anni di isolamento diurno per Giandavide De Pau, l’uomo accusato del triplice femminicidio avvenuto il 17 novembre 2022 nel quartiere Prati, a pochi passi dal tribunale penale della Capitale. De Pau è imputato davanti alla terza Corte d’Assise di Roma per l’omicidio di due cittadine cinesi e della 65enne colombiana Marta Castano Torres, uccise a coltellate.
La perizia psichiatrica conferma l’imputabilità di De Pau
Una recente perizia psichiatrica ha stabilito che Giandavide De Pau è imputabile e ha agito con piena coscienza e lucidità al momento degli omicidi. Nonostante un passato segnato da numerosi ricoveri psichiatrici e un forte abuso di cocaina, gli esperti hanno evidenziato come il suo comportamento fosse metodico e consapevole: «Citofonare, raggiungere la casa della terza vittima, contrattare un accordo economico per una prestazione sessuale», azioni che testimoniano una coscienza attiva, smentendo le ipotesi difensive che invocavano una possibile incapacità di intendere e volere. Inoltre, De Pau ha infierito sul corpo di Marta Castano Torres con oltre cinquanta coltellate, a dimostrazione della crudeltà e della premeditazione contestate dalla Procura.
Il dolore della famiglia di Marta Castano Torres
La tragedia ha lasciato segni profondi nella famiglia di Marta Castano Torres, rappresentata dall’avvocato Angela Speranza Russo. La figlia di Marta, Estefania, ha voluto ribadire che sua madre era prima di tutto una donna e una madre amorevole, vittima di un uomo violento. Estefania denuncia la doppia vittimizzazione subita dalla madre, spesso giudicata per la sua professione di escort anziché riconosciuta come una persona con una vita e una famiglia. «Voglio ripulire il nome di mia mamma», ha dichiarato, sottolineando come la donna lavorasse per garantire un futuro ai suoi cinque figli e nipoti. La sentenza del processo è attesa per metà novembre, mentre l’udienza preliminare davanti al gup è fissata per il 7 novembre. I familiari delle vittime e l’Associazione italiana vittime vulnerabili di reato hanno annunciato la loro costituzione di parte civile nel procedimento.
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