Roma, 24 ottobre 2025 – Una giornata di manifestazioni pro-Palestina ha segnato la capitale con una massiccia partecipazione popolare e momenti di forte tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine. La manifestazione, che ha visto la presenza di circa 250 mila persone secondo la Questura di Roma, si è svolta in un contesto segnato da scontri violenti, uso di idranti, lacrimogeni e interventi delle forze di polizia in tenuta antisommossa.
Corteo e momenti di tensione a Roma

La protesta aveva come obiettivo manifestare vicino al consolato americano e all’ambasciata israeliana, con l’intento di raggiungere la Festa del Cinema di Roma presso l’Auditorium Parco della Musica. Nonostante la richiesta iniziale di poter manifestare pacificamente, la situazione è degenerata durante la giornata. Le forze dell’ordine hanno chiesto lo scioglimento della manifestazione con il ritiro di bandiere e striscioni per consentire ai partecipanti di tornare a casa in sicurezza. Tuttavia, gli organizzatori della protesta non hanno partecipato alla trattativa, che si è conclusa con un accordo per lasciare la piazza in ordine e con le bandiere al vento.
Poco dopo, però, si sono registrate nuove tensioni con spintoni e l’uso degli idranti per fermare i manifestanti che avanzavano. Durante gli scontri, sono state scritte slogan come “Free Gaza” e “Acab” sulle camionette della polizia, e persino un’immagine di un unicorno ha chiesto “baci e abbracci” alla Polizia, simbolo di una protesta che ha alternato momenti di irriverenza a situazioni di scontro violento.
Bilancio degli scontri e interventi delle forze dell’ordine
Il bilancio degli scontri è pesante: sono 41 i feriti tra le forze dell’ordine, di cui 35 poliziotti, 3 operatori della Guardia di Finanza, 2 carabinieri e un agente della polizia penitenziaria. Complessivamente sono state identificate 262 persone coinvolte negli incidenti, con 12 fermati appartenenti alla frangia antagonista, denunciati per reati quali danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e adunata sediziosa.
Le violenze hanno coinvolto anche il lancio di bottiglie, petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con l’uso di idranti e lacrimogeni. Sono stati dati alle fiamme diversi cassonetti e un’auto in via Merulana, mentre la polizia ha effettuato cariche per disperdere i gruppi più violenti, in particolare davanti allo stabile occupato Spin Time e in zone come piazza Vittorio e via dello Statuto.
Durante la serata, si sono verificati ulteriori scontri in piazza dell’Esquilino, con una ragazza ferita soccorsa sul posto e trasportata in ambulanza. La polizia ha anche bloccato gruppi di manifestanti incappucciati che tentavano di raggiungere obiettivi sensibili in centro, che sono stati identificati e in parte rilasciati.
Il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha riconosciuto la regolarità complessiva della manifestazione, ringraziando il Questore Roberto Massucci per l’organizzazione dei servizi. Tuttavia, ha sottolineato la presenza di gruppi intenzionati esclusivamente a creare disordini, prontamente bloccati dalle forze di polizia.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha definito la manifestazione “illegale” e ha elogiato l’equilibrio e la professionalità delle forze dell’ordine nel gestire una situazione complessa, caratterizzata da gravi intemperanze e uso di armi improprie da parte di alcuni manifestanti.
In serata, la Questura ha disposto il controllo di oltre 100 pullman e 50 minivan, sequestrando maschere anti-gas e strumenti atti ad offendere, mentre sono in corso ulteriori accertamenti su manifestanti travisati.
L’intera area del Ghetto ebraico è stata transennata e sorvegliata, con accesso consentito solo a residenti o clienti dei ristoranti per motivi di sicurezza.
Il clima di tensione ha visto anche momenti di dissenso interno, con manifestanti pro-Palestina che hanno allontanato alcuni gruppi incappucciati accusati di voler alimentare gli scontri.
La giornata di oggi conferma le difficoltà nel bilanciare il diritto di manifestare con la necessità di garantire la sicurezza pubblica in un contesto di forti contrapposizioni politiche e sociali.






