Sulmona, 24 ottobre 2025 – Tre giovani, di cui due minorenni e un diciottenne, sono stati arrestati oggi a Sulmona con l’accusa di aver violentato in gruppo una dodicenne e di aver diffuso i video degli abusi online. La grave vicenda, che ha suscitato profondo sconcerto nella comunità locale, è stata oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla polizia, che ha portato i responsabili nelle carceri di Sulmona e Casal del Marmo a Roma.
Le accuse e il lavoro degli inquirenti a Sulmona
Le indagini sono scattate dopo che uno dei video che ritraeva gli abusi è stato condiviso in un gruppo WhatsApp a luglio, spingendo la vittima a denunciare i fatti. I tre sono stati accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minore, atti persecutori e produzione e detenzione di materiale pedopornografico.

L’avvocata Maria Grazia Lepore, legale della vittima, ha raccontato all’ANSA che la ragazza ha finalmente tirato un sospiro di sollievo dopo mesi vissuti con paura e limitazioni: “Non andava più a scuola e non usciva se non accompagnata per il timore di incontrare i giovani denunciati”. Lepore ha inoltre lodato il lavoro svolto dagli inquirenti, definendo l’ordinanza un “primo passo importante” verso un giusto epilogo e una pena esemplare. “Un gesto di violenza va condannato sempre, soprattutto se perpetrato nei confronti di una piccola donna che si affaccia alla vita”, ha sottolineato l’avvocata, auspicando che la misura cautelare possa anche servire ai giovani arrestati per comprendere la gravità delle loro azioni.
Il punto di vista del procuratore: una vicenda culturale
Il procuratore della Repubblica di Sulmona, Luciano D’Angelo, ha definito la vicenda “triste anche da un punto di vista culturale”, sottolineando che si tratta di una storia “in cui tutti perdono”. Il magistrato ha evidenziato come gli arrestati siano giovanissimi, un diciottenne e due minorenni, e come non ci sia motivo di gioire per il loro arresto, perché non si tratta di “pericolosi assassini” ma di ragazzi che, forse, non avevano piena consapevolezza del disvalore delle loro azioni.
D’Angelo ha inoltre insistito sul fatto che l’aspetto culturale è fondamentale in questa vicenda, più che quello giudiziario: “Non sono mai soddisfatto quando qualcuno finisce in carcere, ancor meno se si tratta di minorenni”. Il procuratore ha fatto appello affinché episodi simili non si ripetano, auspicando un profondo cambiamento culturale riguardo alla violenza sulle donne.
Questa drammatica vicenda di Sulmona mette in luce non solo la gravità dei reati commessi, ma anche le difficoltà che le vittime di abusi sessuali minori devono affrontare nelle loro vite quotidiane, tra paura e isolamento. La pronta risposta della giustizia e delle forze dell’ordine rappresenta un segnale importante per la tutela dei minori e per la lotta contro la violenza di genere.






