Roma, 4 novembre 2025 – Il dibattito sul suicidio assistito torna al centro dell’attenzione pubblica, con una manifestazione organizzata oggi a piazza del Popolo a Roma dalla onlus Pro Vita & Famiglia. Il presidente dell’associazione, Tony Brandi, ha espresso un netto rifiuto alla legalizzazione del suicidio assistito, definita una “morte di Stato” e una risposta inadeguata alla sofferenza.
La posizione di Pro Vita & Famiglia contro il suicidio assistito

Durante l’iniziativa, Brandi ha sottolineato come le centinaia di carrozzelle esposte rappresentino “centinaia di migliaia di disabili che chiedono cure, amore e assistenza, non la morte come risposta alla sofferenza”. Il presidente ha denunciato “l’incubo” vissuto da molte persone con disabilità e malattie gravi in Italia, citando dati allarmanti: “590mila malati non ricevono cure palliative adeguate e 4mila suicidi all’anno, soprattutto tra i giovani”. Brandi ha rimarcato come il Parlamento stia invece concentrando l’attenzione su “pochi casi di suicidio assistito amplificati da una falsa narrativa di emergenza nazionale”, invitando Governo e Parlamento a preoccuparsi delle “vere emergenze degli italiani”.
Riferendosi alla propria esperienza personale, il presidente di Pro Vita & Famiglia ha raccontato di aver affrontato un tumore al pancreas nel 2013 e di aver più volte pensato al suicidio, ma di essere sopravvissuto grazie alle cure, agli amici e alla famiglia. Ha sottolineato che “in quei momenti non si è lucidi, si ha più paura della vita che della morte” e ha ribadito che “non bisogna offrire la morte, ma aiutare chi soffre a ritrovare il senso della vita”.
Critiche alla gestione sanitaria e avvertimenti sul rischio “cultura di scarto”
Brandi ha infine lanciato un monito sulla situazione del sistema sanitario nazionale: “In una crisi del sistema sanitario, l’ultima cosa da fare è offrire la morte come soluzione alla sofferenza. Questo è assassinio”. Ha ricordato come, in altri paesi dove è stata introdotta la possibilità del suicidio assistito per malati terminali, si sia poi esteso anche a disabili e malati psichici, definendo questa tendenza una “cultura di scarto” da contrastare con un deciso “sì alla vita e alle cure”.
Pro Vita & Famiglia, associazione vicina al movimento antiabortista e pro-life, continua così la sua battaglia sul fronte etico, opponendosi non solo all’aborto ma anche alla legalizzazione di pratiche come l’eutanasia e il suicidio assistito, sostenendo che la vita umana vada tutelata “dal concepimento alla morte naturale”.
La posizione espressa da Brandi si inserisce in un contesto di crescente confronto nel Paese, dove temi come la bioetica, le cure palliative e il diritto alla vita mantengono un ruolo centrale nel dibattito pubblico e politico.






