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Studenti contro il governo, cortei a Roma e proteste al No Meloni Day

Cortei e manifestazioni in diverse città italiane: studenti chiedono più investimenti nell’istruzione, protestano contro le politiche estere e la repressione governativa

by Marco Vesperini
14 Novembre 2025

Roma, 14 novembre 2025 – Si sono svolte oggi a Roma e in molte altre città italiane le manifestazioni studentesche contro il governo guidato dalla premier Giorgia Meloni, nell’ambito del cosiddetto “No Meloni Day“. Gli studenti medi e universitari si sono radunati sin dalle prime ore del mattino in diverse piazze, dando vita a cortei e proteste che hanno espresso un forte dissenso verso le politiche governative, in particolare in tema di istruzione e politiche estere.

Corteo e tensioni a Roma

immagine

A Roma, gli studenti si sono dati appuntamento a Piramide, per poi dirigersi in corteo verso il Ministero dell’Istruzione e del Merito in viale di Trastevere. In testa al corteo, sono stati bruciati cartelli raffiguranti immagini di aggressioni di estrema destra, accompagnati dal simbolo nazista della svastica. Tra le azioni simboliche più significative, spiccavano maschere con il volto della premier Meloni, adornate con un fez fascista e una croce rossa in bocca; sul cappello, il logo di Fratelli d’Italia è stato modificato in “Fratelli di Israele”.

Davanti al ministero, i manifestanti hanno scritto con vernice rossa la scritta “Ministero della guerra” e incollato alcune bandiere della Palestina sui muri, a sottolineare la loro contrarietà al sostegno del governo italiano alle politiche israeliane di guerra. Il coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, Tommaso Martelli, ha chiesto di essere ricevuto dal ministro Giuseppe Valditara, definito “l’unico che non ha mai incontrato gli studenti”. Al megafono si sono levati slogan come: “Continueremo a bloccare le strade contro questo governo”.

Altri gruppi studenteschi e collettivi autonomi hanno partecipato con cartelli e striscioni, tra cui “Soldi alla scuola non alla guerra” (Osa) e richieste di maggiori investimenti in università e ricerca (Cambiare Rotta). Presenti anche i giovani di Fridays for Future, che hanno rinnovato il loro impegno per la giustizia climatica.

Proteste e disordini a Torino e altre città

A Torino, la protesta pro Palestina si è tradotta in un corteo che ha attraversato la città provocando tensioni e disordini. I manifestanti hanno bloccato l’ingresso dell’autostrada A4 e hanno dato fuoco a foto di Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Alcuni attivisti hanno fatto irruzione nel centro commerciale Lingotto e hanno lanciato fumogeni e petardi contro le forze dell’ordine.

Nel corso della giornata, si sono registrati momenti di alta tensione, soprattutto presso il Campus Einaudi, dove gli ingressi sono stati bloccati da militanti pro Palestina, nonostante la presenza di studenti intenzionati a seguire regolarmente le lezioni. La polizia ha identificato un automobilista che ha tentato di forzare un blocco stradale, mentre venti agenti sono rimasti feriti, anche per l’esplosione di un ordigno rudimentale contenente gas urticante.

Anche in altre città come Milano e Napoli si sono svolti cortei con slogan contro la repressione, il governo e a favore della Palestina, con l’esposizione di striscioni e bandiere palestinesi e lanci di fumogeni.

Le manifestazioni sono avvenute in un clima di forte protesta contro l’attuale politica governativa, giudicata dagli studenti “repressiva” e “aziendalista”, con richieste di maggiori risorse per la formazione pubblica e critiche alle spese militari.


Le tensioni registrate nelle piazze italiane, tra azioni simboliche e scontri con le forze dell’ordine, riflettono un malessere diffuso tra i giovani studenti, che contestano le scelte politiche del governo Meloni, a partire dalla gestione della scuola e dell’università fino agli orientamenti in politica estera.


Fonte: Marco Vesperini - No Meloni Day, bruciate le foto delle aggressioni agli studenti durante le occupazioni

Tags: CaibiCambiare RottaCubaPotere al PopoloStati UnitiVenezuela

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