Milano, 10 settembre 2025 – Nuovi sviluppi emergono nel lungo e complesso caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). Oggi l’avvocata di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della giovane, si è presentata presso la Questura di Milano per l’effettuazione di nuove analisi nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli.
La posizione di Alberto Stasi e le parole della sua difesa

All’ingresso negli uffici della Questura, l’avvocata Giada Bocellari ha chiarito che l’obiettivo odierno è verificare la corrispondenza delle impronte digitali con i profili di DNA già individuati in precedenza, pur sottolineando che si tratta di “un passaggio dell’incidente probatorio, ma non particolarmente rilevante”. Bocellari ha descritto l’imputato come una persona che “vive sostanzialmente con distacco” rispetto agli sviluppi investigativi, “guarda al suo futuro” e non segue gli aggiornamenti sul caso.
La legale ha inoltre invitato alla prudenza riguardo agli sviluppi delle indagini, dichiarando che “sarà importante vedere cosa ha fatto la procura in questi mesi e cosa farà nei prossimi”, ricordando come questa vicenda coinvolga molte persone e come “l’attenzione mediatica sia molto dannosa”. Ha espresso particolare rispetto verso tutte le parti coinvolte, inclusa la figura di Andrea Sempio, attualmente indagato.
Nuove analisi e conferma della semilibertà per Stasi
Secondo le indiscrezioni relative all’incidente probatorio, il materiale rinvenuto a distanza di 18 anni non ha permesso di isolare tracce di DNA utili. Le impronte conservate su fogli di acetato, tra cui quella denominata “impronta 10” sullo stipite della porta della villetta di Garlasco, non hanno rivelato materiale genetico significativo. Questo dato è emerso dopo che i test per la ricerca di sostanze ematiche si sono rivelati negativi.
Nel frattempo, la Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Milano contro l’ordinanza che concede la semilibertà a Stasi, confermando così il beneficio concesso il 9 aprile scorso. Tra le contestazioni rigettate vi era anche la mancata richiesta di autorizzazione specifica per la partecipazione di Stasi a un’intervista televisiva durante un permesso premio, considerata legittima dai giudici.
Le analisi scientifiche condotte finora ribadiscono quindi l’assenza di prove che colleghino direttamente Stasi alle nuove tracce esaminate, mentre la procura continua a portare avanti le indagini, tra cui il confronto del DNA trovato sotto le unghie della vittima con quello di Andrea Sempio.
Il caso di Garlasco, uno dei più discussi e controversi in Italia, rimane così al centro dell’attenzione giudiziaria e mediatica, con nuovi accertamenti che si susseguono a distanza di quasi due decenni dal delitto.





