Roma, 22 luglio 2025 – La procura di Roma ha ufficialmente chiuso le indagini sul caso Sangiuliano, che vede coinvolta l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, accusata di diversi reati nell’ambito di un’inchiesta molto delicata, seguita a un esposto presentato dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. La vicenda, che ha suscitato grande attenzione mediatica, si avvia ora verso una possibile fase processuale, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a Boccia.
Le accuse e il contesto dell’inchiesta
L’inchiesta contesta a Maria Rosaria Boccia una serie di reati gravi, tra cui stalking aggravato, lesioni personali, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e anche una contestazione relativa a false dichiarazioni nel curriculum, in particolare riguardo all’organizzazione di eventi.
Le indagini sono partite a seguito di un esposto presentato dall’ex ministro Sangiuliano nell’estate del 2024. Nel corso delle investigazioni, a settembre dello stesso anno, i carabinieri del nucleo investigativo hanno effettuato una perquisizione presso la residenza di Boccia, sequestrando materiale informatico tra cui i suoi telefoni cellulari. A marzo 2025, l’imprenditrice è stata interrogata dai magistrati presso il palazzo di giustizia di piazzale Clodio.
Il fascicolo vede come parti offese non solo l’ex ministro Sangiuliano, ma anche la moglie di quest’ultimo e l’ex capo di gabinetto del ministero, Francesco Gilioli.
Comportamenti ossessivi e pressioni psicologiche
I pubblici ministeri accusano la signora Boccia di aver messo in atto “azioni ripetute, ossessive e di profondo controllo” sulla vita privata, lavorativa e istituzionale di Sangiuliano. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, il comportamento della Boccia avrebbe causato a Sangiuliano “un persistente e grave stato di ansia e timore, forte stress, pensieri suicidi, un notevole calo di peso e un crescente isolamento personale e professionale”. Queste conseguenze lo avrebbero costretto, come emerge dagli atti, a modificare radicalmente le sue abitudini quotidiane, fino ad arrivare alle dimissioni da ministro.
Nei documenti dell’inchiesta si contano ben 33 episodi di stalking che la Boccia avrebbe perpetrato contro Sangiuliano. Alcuni di questi eventi erano già noti alla stampa da mesi, come la celebre discussione che avrebbe provocato all’ex ministro un evidente taglio sulla fronte, immortalato in diverse fotografie. A questi si aggiungerebbero numerosi altri episodi: vessazioni, pressioni continue e richieste insistenti da parte dell’imprenditrice, che avrebbe preteso di essere informata e di interferire nelle attività istituzionali dell’allora ministro.
Tra gli altri episodi citati, emerge la questione della chiave d’oro della città di Pompei, donata a Sangiuliano e ora scomparsa. Le umiliazioni subite dall’ex ministro avrebbero raggiunto il culmine durante una trasferta a Sanremo, quando la donna lo avrebbe costretto a “defecare in bagno con la porta aperta” per esercitare il suo controllo. A ciò si aggiungono le presunte minacce di presentarsi agli eventi pubblici a cui Sangiuliano partecipava con la consorte per intimidirlo, le foto intime che la donna avrebbe mostrato durante concerti, e le accuse di aver avuto accesso remoto al cellulare di Sangiuliano per spiare le sue attività e registrare le conversazioni con la moglie.
Il percorso giudiziario e le prossime tappe
Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, la posizione di Maria Rosaria Boccia si avvicina alla fase processuale. Tale documento rappresenta l’atto formale con cui la procura comunica alla persona indagata la chiusura delle indagini preliminari, preludio a una possibile richiesta di rinvio a giudizio.
Il procedimento giudiziario sarà quindi chiamato a valutare nel merito le contestazioni formulate dalla procura romana e a stabilire se sussistano gli elementi per un dibattimento in tribunale.
La vicenda ha inoltre acceso un dibattito pubblico sulle dinamiche di potere e le implicazioni personali che possono emergere nelle relazioni tra personaggi pubblici e figure imprenditoriali influenti, soprattutto in ambito politico e istituzionale. La gestione delle accuse di stalking e interferenze illecite nella vita privata rappresenta un tema di grande rilevanza anche in termini di tutela dei diritti individuali e della dignità personale.
Le indagini hanno messo in luce come, nel contesto di questo caso, la pressione psicologica esercitata da Boccia avrebbe raggiunto livelli tali da determinare un significativo impatto sulla carriera e sulla vita personale dell’ex ministro della Cultura.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se la procura chiederà il rinvio a giudizio, aprendo così un processo che potrebbe avere importanti sviluppi anche a livello mediatico e politico.






