Cagliari, 24 giugno 2025 – La Sardegna si conferma tra le regioni italiane all’avanguardia nella regolamentazione del fine vita, diventando la seconda regione a dotarsi di una legge specifica che disciplina il suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato il testo con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione, in un clima di dibattito acceso che ha evidenziato divisioni sia tra gli schieramenti politici sia all’interno degli stessi.
L’approvazione e il contenuto della legge regionale

Il provvedimento, frutto di un lavoro di maggioranza di campo largo e ispirato alla proposta presentata dall’Associazione Luca Coscioni, mira a dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019, la quale ha stabilito il diritto di accedere al suicidio medicalmente assistito in presenza di specifiche condizioni di sofferenza.
La nuova norma definisce procedure e tempi certi per l’assistenza sanitaria al suicidio assistito. In particolare, la legge intende garantire che i pazienti in condizioni di sofferenza fisica o psicologica intollerabile possano avere una risposta tempestiva e un percorso chiaro per accedere a questa forma di assistenza, superando così un vuoto normativo a livello nazionale.
Durante la fase di audizioni, sono emerse posizioni contrapposte: da una parte, il sostegno alla necessità di una legge equilibrata che contempli anche un adeguato sviluppo delle cure palliative; dall’altra, le voci contrarie che hanno espresso timori circa possibili abusi e pressioni sociali, sottolineando l’urgenza di garantire prima di tutto la piena attuazione della legge 38/2021 sulle cure palliative e la terapia del dolore.
Il contesto nazionale e le altre iniziative regionali
La Sardegna si inserisce in un quadro più ampio di iniziative regionali sul fine vita, in assenza di una legge nazionale. La Toscana, per esempio, è stata la prima Regione a regolamentare il suicidio medicalmente assistito con la legge “Liberi Subito”, approvata nel febbraio 2025, che stabilisce tempi precisi per la valutazione delle richieste e l’erogazione dell’assistenza. Tuttavia, la legge toscana è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale, con la Regione che si è costituita in giudizio.
Anche altre regioni come il Trentino hanno avviato proposte di legge ispirate allo stesso modello, mentre in Campania il percorso legislativo è rallentato da rinvii e difficoltà politiche, nonostante le pressioni di associazioni e cittadini. In Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, invece, le iniziative legislative sono state bloccate o respinte, mentre la Liguria si prepara a ripresentare una proposta di legge dopo le elezioni regionali.
In questo contesto, la legge sarda rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento dei diritti costituzionali delle persone che soffrono e desiderano avere accesso al suicidio medicalmente assistito, garantendo tempi certi e procedure trasparenti a livello regionale. Il testo sarà ora sottoposto alle valutazioni tecniche dell’assessorato alla Sanità e alla commissione Bilancio prima del voto finale in Aula.






