Milano, 30 settembre 2025 – Dopo una lunga e accesa seduta notturna, il Consiglio comunale di Milano ha approvato la delibera sulla vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan per 197 milioni di euro. Una decisione che avvia un importante processo di trasformazione dell’area, che fino ad oggi aveva alimentato incertezze sul suo futuro. La vicesindaca Anna Scavuzzo, che ha seguito da vicino l’iter, si è detta soddisfatta ma ha richiamato i club a un maggiore impegno.
Il voto e le tensioni in Aula
La delibera è stata approvata con 24 voti favorevoli, tutti provenienti dalla maggioranza di centrosinistra, contro 20 contrari che includevano sette consiglieri della stessa maggioranza, oltre a esponenti di Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e un consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha rotto la disciplina di partito votando no. Due consiglieri, tra cui il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, hanno invece scelto di non partecipare al voto, con Fumagalli che ha annunciato le dimissioni dal ruolo.
Il dibattito è stato caratterizzato da forti polemiche, soprattutto per l’utilizzo della cosiddetta “tagliola”: un sub-emendamento presentato dalla consigliera dem Natascia Tosoni ha cancellato d’un colpo 214 emendamenti su 239, impedendo così una discussione più articolata. Questo ha alimentato critiche anche all’interno della maggioranza, in particolare da parte dei Verdi, che hanno lamentato un mancato rispetto della dialettica democratica in Aula.
La trasformazione di San Siro
«C’è una soddisfazione rispetto alla prospettiva di poter trasformare l’area di San Siro, su cui c’era una preoccupazione per un futuro incerto. Abbiamo provato a scrivere una pagina nuova e abbiamo solo iniziato. Abbiamo messo le basi», ha dichiarato la vicesindaca Anna Scavuzzo a margine della seduta, sottolineando tuttavia come adesso «tocca alle squadre fare una parte che finora hanno fatto troppo poco». Il sindaco Giuseppe Sala, presente durante tutta la seduta, non ha rilasciato commenti ufficiali, ma secondo Scavuzzo si è detto «contento» dell’esito.
Il passaggio successivo vedrà Inter e Milan costituire una società veicolo per firmare i rogiti con il Comune e procedere all’acquisizione dello stadio e delle aree circostanti, versando un anticipo di poco più di 70 milioni. Prima però dovranno saldare un debito di circa 20 milioni verso il Comune, relativo a lavori di manutenzione straordinaria non eseguiti negli anni precedenti.
Il progetto del nuovo stadio, firmato dall’archistar Norman Foster, verrà presentato alla città dopo la formalizzazione dell’acquisto. I lavori dovrebbero iniziare nel 2027 per concludersi entro il 2031, in tempo per ospitare gli Europei di calcio del 2032. Contestualmente, verrà demolito in gran parte il vecchio Meazza e saranno avviati gli interventi per il verde pubblico e le infrastrutture commerciali e ricettive previste nell’area.
Il nuovo impianto è destinato a diventare un polo attrattivo per oltre 11 milioni di persone l’anno e a generare un impatto economico stimato in 3 miliardi di euro, con circa 16mila posti di lavoro full time equivalenti all’anno. Tuttavia, l’operazione solleva anche preoccupazioni ambientali: si prevede un aumento di circa 400mila tonnellate di CO2, con un conseguente peggioramento della qualità dell’aria in città.
L’attenzione sarà ora rivolta all’avvio della complessa pratica amministrativa e al ruolo che Milan e Inter sapranno assumere in questa fase cruciale per il futuro di San Siro e di Milano.






