Roma, 23 settembre 2025 – Nel dibattito attorno alla vicenda giudiziaria che coinvolge l’eurodeputata Ilaria Salis, i suoi legali, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno ribadito con fermezza che il processo dovrebbe svolgersi in Italia. La parlamentare, eletta nel 2024 con Alleanza Verdi e Sinistra, gode dell’immunità grazie al suo incarico europeo, ma i suoi difensori sottolineano che questo status non impedisce l’avvio di un procedimento penale sul territorio italiano.
Immunità parlamentare e possibilità di processo in Italia
Gli avvocati Losco e Straini hanno chiarito che l’immunità parlamentare garantita ad Ilaria Salis tutela la sua libertà personale e il diritto alla privacy, circoscrivendo la necessità di autorizzazioni parlamentari solo in caso di misure restrittive come arresti o intercettazioni. Tuttavia, tale autorizzazione non è richiesta per l’esercizio dell’azione penale e per lo svolgimento di un processo nei confronti di un parlamentare. Pertanto, il ministro della Giustizia Carlo Nordio dovrebbe formalmente richiedere di procedere con il processo in Italia, dove si possono garantire i principi fondamentali del fair trial.
Il contesto della vicenda giudiziaria di Ilaria Salis
Ilaria Salis, attivista e insegnante milanese, è stata arrestata nel febbraio 2023 a Budapest con l’accusa di aver aggredito militanti neonazisti durante una manifestazione. Dopo un lungo periodo di custodia cautelare in Ungheria, la sua elezione al Parlamento europeo nel 2024 le ha conferito l’immunità parlamentare, portando alla sua liberazione e rientro in Italia. Nonostante ciò, il governo ungherese ha chiesto la revoca dell’immunità, ma la Commissione Affari giuridici dell’Eurocamera ha espresso voto contrario nel settembre 2025.
I legali di Salis insistono affinché il processo si svolga in Italia, facendo leva sull’articolo 9 del codice penale italiano che prevede la giurisdizione italiana anche per reati commessi all’estero, purché sussistano determinate condizioni, tutte soddisfatte nel caso della parlamentare. Tale richiesta rappresenta per i legali un passo necessario a garantire il rispetto dei diritti della loro assistita e la possibilità di un processo equo.






