Roma, 6 novembre 2025 – Alessandro Sahebi, giornalista e attivista noto per il suo impegno antifascista, è stato vittima di un’aggressione violenta avvenuta davanti al teatro Brancaccio di Roma, mentre si trovava con la compagna e i figli piccoli. Il motivo scatenante dell’aggressione è stata la felpa con il simbolo antifascista indossata da Sahebi, che si è rifiutato di togliere nonostante le minacce ricevute.
L’aggressione e la resistenza di Sahebi

“Se avessi tolto la felpa avrei ceduto alle loro minacce. Sarebbe stata un’umiliazione per me e per chiunque si dichiara antifascista”, ha dichiarato Sahebi durante un’intervista rilasciata a margine di un sit-in in sua solidarietà, organizzato per chiedere la cessazione delle aggressioni di matrice neofascista e lo sgombero di CasaPound.
Il giornalista ha raccontato che tre uomini lo hanno accerchiato, intimandogli di togliere la felpa. Uno di loro lo ha colpito con uno schiaffo, rompendo l’orecchino che indossava. Sahebi ha cercato di proteggere la moglie e il figlio piccolo, ma si è mantenuto fermo nella sua posizione, rifiutandosi di cedere.
Un elemento significativo emerso nel racconto è la reazione della gente presente: “Le persone intorno non sono intervenute, non per codardia, ma per paura. La paura domina questo quartiere: la gente ha paura di esporsi, di indossare simboli politici, di dichiararsi antifascista”.
La richiesta di sgombero di CasaPound
Durante il presidio di solidarietà, Sahebi ha rivolto un appello diretto alle istituzioni per lo sgombero immediato di CasaPound, definito come “un presidio del fascismo sul territorio”. Ha sottolineato però la necessità di tutelare le famiglie che abitano negli stabili occupati, affermando che “sgomberare deve significare restituire dignità e casa, non creare nuovi senza tetto”.
CasaPound Italia è un movimento politico di estrema destra e matrice neofascista, nato da un’occupazione abusiva nel 2003 a Roma, che ha avuto nel tempo una forte presenza sul territorio, soprattutto nella capitale. La sua sede è ubicata in via Napoleone III 8, ed è noto per una serie di occupazioni, iniziative politiche e culturali, nonché per il suo coinvolgimento in episodi controversi legati all’estrema destra.
Il movimento, pur avendo cessato la sua esperienza come partito politico nel 2019, continua a essere attivo come organizzazione non elettorale, mantenendo una rete di relazioni con altre formazioni di estrema destra in Italia e all’estero.
Il caso di Alessandro Sahebi riporta all’attenzione la persistenza di tensioni e violenze di matrice neofascista nella capitale, alimentando il dibattito sulla necessità di interventi più incisivi contro tali forme di intimidazione e sulla gestione degli spazi occupati da CasaPound.
Fonte: Stefano Chianese - Aggredito per una felpa antifascista, Sahebi: "Non l'ho tolta, sarebbe stata un'umiliazione"






