Roma, 10 ottobre 2025 – A margine della manifestazione organizzata dai Precari Uniti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma, sono risuonate con forza le richieste di stabilizzazione del personale precario e di maggiori stanziamenti per sostenere la ricerca scientifica italiana. Due rappresentanti sindacali hanno sottolineato l’importanza strategica di investire nella ricerca come volano per lo sviluppo economico e sociale del Paese, evidenziando come il futuro dell’ente e dei suoi lavoratori dipenda dalla continuità e dalla certezza occupazionale.
La ricerca come investimento strategico per l’Italia

“Ogni euro investito in ricerca oggi è un euro che può quintuplicarsi in pochi anni”, ha affermato Rossella Luca, coordinatrice nazionale della Uil per il CNR. “La ricerca può essere il faro in Italia e per questo chiediamo che venga garantita stabilità lavorativa ai laboratori e ai ricercatori, con uno stanziamento straordinario che sancisca il diritto alla stabilizzazione per il personale precario”.
Dalla Uil è stato inoltre ricordato il ruolo cruciale del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che ha rappresentato una grande opportunità con importanti investimenti in progetti e infrastrutture scientifiche. Tuttavia, come sottolineato da Luca, “il PNRR termina il 31 dicembre 2026 e sarà fondamentale rendere conto all’Europa dei risultati ottenuti. Il CNR, essendo il più grande ente di ricerca italiano, ha una buona quantità di progetti PNRR da portare avanti nei prossimi dieci anni e chi meglio dei ricercatori formati in questi anni può garantirne la continuità?”.
Tavoli di confronto e richieste al governo
Sul fronte politico e istituzionale, il dialogo è aperto ma resta in attesa di sviluppi concreti. “Abbiamo istituito un tavolo con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR)”, ha spiegato la sindacalista, “e attendiamo risposte sulle modalità di utilizzo dello stanziamento di 60 milioni di euro destinati agli enti vigilati dal MUR, incluso il CNR. Chiediamo che queste risorse diventino strutturali per garantire lavoro stabile ai ricercatori”.
Anche Francesco Valle, dirigente di ricerca e rappresentante sindacale della FLC CGIL al CNR di Bologna, ha ribadito la gravità della situazione: “Siamo in piazza perché da anni il problema del precariato nella ricerca pubblica non trova soluzione. Il PNRR ha permesso di inserire molti giovani nel sistema, ma ora molti rischiano di perdere il lavoro perché sono a scadenza”. Valle ha evidenziato come la perdita di giovani talenti rappresenti non solo un danno per la ricerca ma anche per la vita personale di questi ricercatori, che faticano a costruirsi una prospettiva stabile.
La procedura di stabilizzazione è in fase di definizione, ma “i fondi attuali non sono sufficienti”, ha aggiunto Valle, “però partire con questa procedura è l’unica strada per arrivare a una conclusione positiva”.
Il tema assume particolare rilevanza in un contesto in cui il PNRR rappresenta una leva fondamentale per la modernizzazione e la crescita del sistema di ricerca italiano, destinando significative risorse proprio all’istruzione e alla ricerca. L’investimento pubblico in questi settori, come sottolineato dall’Unione Europea e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, è essenziale per garantire competitività, innovazione e inclusione sociale nel lungo periodo.
Fonte: Stefano Chianese - Ricerca, Sindacalisti: "Investire in ricerca: stabilità per i precari del CNR"






