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Poggioreale, evasi due detenuti. Entrambi sono stati catturati

Il provveditore delle carceri per la Campania, Lucia Castellano, che ha coordinato le operazioni, ha espresso le proprie congratulazioni al corpo della Polizia penitenziaria

by Alessandro Bolzani
19 Agosto 2025
Le finestre delle celle del Carcere di Poggioreale

Le finestre delle celle del Carcere di Poggioreale | ANSA / CIRO FUSCO - Alanews.it

Napoli, 19 agosto 2025 – La notte scorsa dal carcere di Napoli-Poggioreale, una delle strutture penitenziarie più sovraffollate d’Europa, si sono registrate nuove criticità con l’evasione di due detenuti stranieri, l’algerino Mahrez Souki (32 anni) e il siriano Mohmed Elokla (23 anni), entrambi inseriti nel circuito di media sicurezza. I due si trovavano in carcere per rapina. Come reso noto da Luigi Castaldo, vicepresidente della Confederazione Sindacale Penitenziaria (ConSiPe), l’evaso più giovane è già stato catturato. Nelle ore successive anche il detenuto algerino di 32 anni è stato rintracciato e bloccato dalla polizia penitenziaria a Mondragone, nel Casertano. Il provveditore delle carceri per la Campania, Lucia Castellano, che ha coordinato le operazioni, ha espresso le proprie congratulazioni al corpo della Polizia penitenziaria.

Grave carenza di agenti a Poggioreale

Il presidente dell’USPP (Unione Sindacale Polizia Penitenziaria), Giuseppe Moretti, insieme al segretario regionale Ciro Auricchio, ha sottolineato come la situazione di grave deficit di personale nel carcere sia un problema ormai noto e persistente. Al momento, infatti, mancano oltre 150 agenti, un gap che non sarà colmato dalle nuove assegnazioni previste solo per fine settembre. “È da tempo che denunciamo questa carenza negli organici del carcere di Poggioreale”, hanno dichiarato i sindacalisti commentando l’episodio di evasione.

Sul luogo si è recata personalmente la provveditrice delle carceri campane, Lucia Castellano, per coordinare le operazioni di ricerca dei fuggitivi, che sono scappati dopo aver praticato un foro nel muro perimetrale ed essersi calati poi lungo la cinta con una corda rudimentale. L’allarme sarebbe scattato regolarmente.

Secondo quanto riferito da Castaldo, l’evasione dovrebbe essere avvenuta tra le 3 e le 4 del mattino e sarebbe stata favorita dall’oscurità e “dalla cronica carenza di personale in servizio nel periodo estivo”. Per il vicepresidente della ConsiPe, quanto avvenuto “è l’ennesima drammatica conferma del totale degrado in cui versano le carceri italiane”.

Dopo l’evasione, la polizia penitenziaria, insieme alle altre forze dell’ordine, ha avviato immediatamente le indagini per rintracciare i due detenuti.

Aumento dei detenuti stranieri e richieste di accordi internazionali

I rappresentanti dell’USPP hanno evidenziato inoltre come sia in crescita il numero di detenuti stranieri all’interno della casa circondariale. Per questo motivo, hanno più volte richiesto l’attivazione di accordi con gli Stati di provenienza dei detenuti, al fine di consentire che le misure restrittive vengano eseguite direttamente nei Paesi d’origine, alleggerendo così la pressione sulle strutture italiane.

Le difficoltà della polizia penitenziaria

Per il dirigente nazionale Vincenzo Santoriello, quanto successo “segna una ferita profondissima: Poggioreale, che per decenni è stata considerata una fortezza da cui era impensabile evadere, oggi diventa il simbolo del crollo dell’intero sistema penitenziario. Se un’istituzione come Poggioreale non riesce più a garantire sicurezza, significa che il problema ha raggiunto un livello di gravità estrema e non più rinviabile”. Castaldo, invece, sottolinea che “la Polizia Penitenziaria non può più essere lasciata sola ad affrontare situazioni che mettono a rischio la sicurezza pubblica. È indispensabile che il Ministero della Giustizia e il DAP assumano finalmente le proprie responsabilità, dando risposte concrete e non più rinviabili”.

Il precedente del 2019: la prima evasione da Poggioreale dopo un secolo

Anche la prima evasione dal carcere di Poggioreale dopo un secolo avvenne in piena estate, il 25 agosto 2019. Protagonista fu Robert Lisowski, 32 anni, cittadino polacco considerato pericoloso, arrestato a Napoli dalla Squadra Mobile nel dicembre 2018 con l’accusa di omicidio. Secondo gli inquirenti, l’uomo aveva ucciso un connazionale ucraino di 36 anni, amico e frequentatore come lui di un locale della città abitato da comunità dell’Est europeo, al termine di una lite degenerata in tragedia.

Dopo la fuga, durata appena un giorno, Lisowski fu catturato dalla Polizia di Stato il 26 agosto non lontano dal penitenziario. Zoppicava ed era visibilmente provato: nel tentativo di scavalcare il muro di cinta con una corda improvvisata di lenzuola si era procurato una frattura, che aveva reso la sua latitanza brevissima.

Potrebbe interessarti anche questo articolo: Salvini in visita a Rebibbia: “Serve fare di più per carceri e polizia penitenziaria”

Tags: Napoliprima paginaSovraffollamento Carceri

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