Città del Vaticano, 23 ottobre 2025 – In un discorso che ha suscitato applausi e ovazioni nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha lanciato un appello deciso e senza compromessi ai governi e ai leader mondiali riguardo alla crisi dei migranti e alla condizione dei popoli impoveriti e sfruttati. Il pontefice ha pronunciato parole incisive durante un incontro con i movimenti popolari, sottolineando la necessità di garantire a tutti terra, casa e lavoro, e denunciando con fermezza le ingiustizie e le disumanizzazioni che affliggono le periferie del mondo.
Il grido di Papa Leone XIV per i migranti e i popoli derubati
Nel suo intervento, Papa Leone XIV ha espresso una critica netta verso gli Stati che respingono i migranti, evidenziando come alcuni politici si vantino addirittura di queste scelte. “Chiedere terra, casa e lavoro per gli esclusi è una cosa nuova?”, si è domandato il pontefice, osservando come chi detiene il potere finanziario spesso consideri queste richieste superate o marginali, mentre per chi vive nelle periferie si tratta di necessità fondamentali e urgenti. Il Papa ha denunciato lo sfruttamento e il furto delle risorse da parte di chi deruba i popoli, mettendo in evidenza anche le gravi conseguenze delle crisi climatiche che colpiscono soprattutto i più poveri.

Non è mancata una dura accusa indirizzata alle case farmaceutiche, coinvolte nella crisi legata al fentanyl, droga che provoca numerose morti e che non può essere considerata un problema limitato ai soli trafficanti di sostanze stupefacenti. Al contrario, Leone XIV ha elogiato le ONG impegnate nel salvataggio dei migranti in mare, definendo il loro operato un gesto evangelico, lontano da qualsiasi ideologia politica.
Il Papa ha inoltre incoraggiato i movimenti popolari a proseguire il loro impegno non solo nella protesta, ma nella ricerca di soluzioni concrete. “Il vostro è un grido per cercare soluzioni in una società dominata da sistemi ingiusti”, ha affermato, definendo i movimenti popolari “campioni dell’umanità, testimoni della giustizia, poeti della solidarietà”.
I movimenti popolari e la visione sociale del pontificato
Il discorso di Papa Leone XIV si inserisce in una continuità di impegno sociale iniziata con il suo predecessore, papa Francesco, e rafforzata dalla sua Esortazione Apostolica Dilexi te. Il nuovo pontefice ha fatto appello alla Chiesa e alla società civile affinché riconoscano e valorizzino il ruolo dei movimenti popolari, che rappresentano le voci di chi vive ai margini e subisce esclusioni e ingiustizie quotidiane.
Questi movimenti, composti principalmente da lavoratori dell’economia informale e popolazioni marginalizzate, rappresentano una realtà globale spesso invisibile ma decisiva. Papa Leone XIV ha ribadito l’importanza di un cambiamento strutturale che tocchi il cuore delle dinamiche sociali ed economiche, opponendosi a un sistema che considera “scartati” milioni di persone.
Il pontefice ha anche espresso la speranza che i movimenti popolari trovino il coraggio di una “profezia evangelica” e la perseveranza nella lotta per la giustizia, auspicando una creatività poetica capace di costruire un mondo più solidale e inclusivo.
Un impegno contro le disumanizzazioni e il traffico di esseri umani
Il discorso ha toccato anche altre piaghe globali come il traffico illegale di organi, un fenomeno che coinvolge migliaia di vittime ogni anno, soprattutto nei Paesi più poveri. Questo tema si inserisce nell’ampio contesto delle ingiustizie denunciate da Papa Leone XIV, in cui la “carne” diventa metafora e realtà di sfruttamento e oppressione.
La lotta contro tali forme di disumanizzazione, ha sottolineato il pontefice, non può prescindere dall’ascolto del grido dei poveri e degli esclusi, che chiedono dignità, diritti e rispetto.
Le parole di Papa Leone XIV ribadiscono il ruolo centrale della Chiesa nel promuovere una cultura della solidarietà e della giustizia, opponendosi a ogni forma di indifferenza strutturale e a un sistema globale che continua a marginalizzare milioni di persone in cerca di una vita dignitosa.






