Milano, 5 novembre 2025 – L’associazione Casa del Consumatore è stata ammessa come parte civile nel processo noto come Pandoro Gate, che vede imputati l’influencer Chiara Ferragni, il suo ex manager Fabio Maria Damato e il presidente del consiglio di amministrazione di Cerealitalia, Francesco Cannillo. L’accusa principale è quella di truffa aggravata in relazione alle campagne pubblicitarie legate a prodotti natalizi e pasquali.
La presenza delle associazioni di consumatori in aula

Durante l’udienza, alla quale gli imputati non hanno presenziato, si sono presentate in aula le associazioni di consumatori Adicu e Casa del Consumatore, che si sono costituite parte civile sostenendo di rappresentare i consumatori danneggiati dalle operazioni commerciali contestate. Aniello Chianese, legale di Casa del Consumatore, ha spiegato che l’associazione ha accolto la richiesta del pubblico ministero per tutelare i consumatori, “che fino a oggi non avevano trovato voce all’interno del processo”.
Chianese ha sottolineato che le indagini si concentrano su tre operazioni ben definite, per le quali si chiede che gli imputati rispondano anche in sede penale. “Siamo convinti che i consumatori siano stati truffati”, ha affermato l’avvocato, evidenziando l’esistenza di numerose email che dimostrano il coinvolgimento delle società di Ferragni e Damato nella strategia commerciale adottata. Tale strategia avrebbe distinto nettamente la vendita dei prodotti dalle attività benefiche, veicolando però informazioni false che hanno arrecato gravi danni ai consumatori.
Il caso e le richieste di risarcimento
Il processo trae origine dalle campagne pubblicitarie del 2021 e del 2022 relative al pandoro “Pink Christmas” e alle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, che secondo l’accusa avrebbero indotto i consumatori a credere che una quota del ricavato sarebbe stata destinata a beneficenza. In realtà, gli importi versati dalle aziende erano contributi fissi e limitati, mentre Ferragni avrebbe ottenuto compensi per quasi 2,2 milioni di euro come “ingiusto profitto”, oltre a benefici non patrimoniali legati al ritorno di immagine.
Tra le parti civili si segnala anche la costituzione della signora Adriana L., una pensionata di 76 anni di Avellino che ha acquistato il pandoro con l’intento di contribuire a una causa benefica. La donna ha ottenuto un risarcimento di circa 500 euro, frutto di una trattativa extragiudiziale con i legali di Ferragni, e si appresta a revocare formalmente la propria istanza al processo.
L’udienza predibattimentale proseguirà il 4 novembre, con altre udienze fissate per il 25 novembre e il 19 dicembre, mentre la sentenza è attesa per gennaio 2026. Nel corso del procedimento si valuterà anche l’eventuale ammissione di riti alternativi, come il rito abbreviato, che potrebbe accelerare il processo e comportare una riduzione della pena in caso di condanna.






