Leonardo Ricucci, 38 anni, non era un volto ignoto agli investigatori. Nipote di Pasquale Ricucci, boss assassinato nel 2019 a soli 45 anni, apparteneva a una famiglia intrecciata da decenni con le vicende criminali del Gargano. Lo zio Pasquale era riuscito ad affermarsi all’interno del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, erede dei Romito e da sempre in conflitto con il gruppo rivale dei “montanari” Li Bergolis-Miucci. Il suo nome compariva spesso nelle indagini e nelle testimonianze di collaboratori di giustizia, tra cui Marco Raduano, che lo aveva indicato come protagonista di traffici illeciti e violenze connesse alle storiche faide della zona.
Il passato giudiziario di Leonardo Ricucci
Pur non avendo mai ricevuto condanne per associazione mafiosa, Leonardo Ricucci non aveva un profilo giudiziario pulito. Tra gli episodi a lui contestati figura un’aggressione particolarmente violenta: durante un controllo di polizia aveva morso a un orecchio un agente, lasciando un segno indelebile nella sua fedina penale.
L’omicidio di Leonardo Ricucci
Il corpo senza vita di Leonardo Ricucci è stato rinvenuto nella sua auto nei pressi della masseria di famiglia a Sitizzo, in un’area impervia vicino a Monte Sant’Angelo. Secondo le prime ricostruzioni, il delitto sarebbe stato consumato martedì, ma l’allarme è scattato solo la sera, quando i familiari, non vedendolo rientrare, hanno iniziato a preoccuparsi. Gli investigatori parlano di un’esecuzione a sangue freddo: più colpi di pistola esplosi contro l’automobile, modalità che richiamano da vicino i regolamenti di conti tipici della criminalità organizzata. L’inchiesta è condotta dai carabinieri sotto la guida della procura di Foggia, ma non si esclude un successivo passaggio alla Direzione distrettuale antimafia di Bari, competente per i reati mafiosi nella provincia.
La reazione delle istituzioni
La notizia dell’assassinio ha suscitato profonda inquietudine nella comunità e nelle istituzioni locali. Il sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo D’Arienzo, coordinatore regionale di Avviso Pubblico, ha parlato di “un fatto grave che richiama tutti a non abbassare la guardia”. Ha ricordato che la lunga assenza di episodi così drammatici era stata resa possibile dall’azione congiunta di Stato, magistratura, forze dell’ordine e società civile, e ha invitato i cittadini a non cedere alla paura né all’indifferenza.
Un appello alla comunità
Nel suo messaggio, il primo cittadino ha rivolto un appello diretto ai concittadini: “Non lasciamoci intimorire, custodiamo i valori della nostra comunità. Solo uniti possiamo difendere il futuro dei nostri figli e ribadire che la cultura della vita e della legalità è più forte di qualsiasi mafia”.
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